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Libri Letture e (La) Recensione: Red Girls di Sakuraba Kazuki

Testata: Everpop
Data: 19 settembre 2019
URL: https://everpopblog.blogspot.com/2019/09/libri-letture-e-la-recensione-red-girls.html

Amo l'oriente, il Giappone e le storie che ne parlano, quindi potrete ben immaginare quanto possa essermi piaciuto Red Girls, una storia in cui il Giappone viene raccontato, attraverso le sue tre protagoniste, nelle sue diverse epoche, lungo la sua evoluzione e i suoi più caratteristici accadimenti.

Tutto inizia grazie a Toko, una presenza importante e costante, che fa da narratrice alla storia (nonché anche protagonista) a partire delle ultime parole della sua adorata nonna. "Sono un'assassina" sono le ultime parole sussurrate in punto di morte da Man'yo, la prima donna della famiglia che svela questa intricata e complicata storia familiare. Parole che danno vita ad un flusso irrefrenabile di pensieri e di storie, che attraversano le epoche per poter poi giungere a noi, sotto forma di racconti dove la realtà e la fantasia giocano a rincorrersi. Perché sì, pur raccontando una storia familiare, Red Girls, si contraddistingue proprio per la peculiarità delle sue protagoniste, in particolar modo per quella sovrannaturale di Man'yo.

In primo luogo il romanzo ci porta in un passato dalle tinte nostalgiche, tra monti e paeselli, per presentarci Man'yo, abbandonata da bambina dalla sua famiglia sul ciglio di una strada di montagna e cresciuta dall'intero villaggio. Man'yo è diversa, per il suo aspetto in primo luogo, ma anche per la sua particolare visione del futuro, un modo di vedere il mondo che la circonda e che la rende estremamente speciale, soprattutto agli occhi della famiglia Akakuchiba, una potente e facoltosa famiglia che mette all'istante gli occhi su di lei, che ben presto la accoglierà come sposa dell'erede.

Passano gli anni e la vita cambia. Man'yo partorisce dei figli e ne perde persino uno. La storia passa quindi a Kemari, madre della protagonista e narratrice, che agli inizi degli anni '80 scorrazza per le strade del Giappone in sella alla sua moto, con in testa tanti problemi ed un unico grande sogno: diventare una mangaka. Attraverso mille difficoltà e tante critiche Kemari si troverà più volte a dover fare i conti con le figure e il passato della sua "gloriosa" famiglia.

Ma la storia non si ferma e non si arresta, perché ben presto persino il Ventunesimo secolo fa capolino all'interno della storia, proprio attraverso la figura di Toko, che ben presto rivela le sue emozioni, mettendo a nudo il suo cuore, il suo carattere e la sua immensa insicurezza. La giovane infatti sente il peso delle donne che l'hanno preceduta, il peso delle loro storie, che la fanno sentire costantemente inutile e fuori posto.

Tre voci diverse, tre storie differenti, tre grandi donne che si ritrovano però a dover fare i conti con una società in evoluzione che sta stretta a tutte, la stessa società che le fa sentire fuori luogo, nonostante i sogni e la forza di volontà. Le differenze però svaniscono se messe a confronto con il coraggio che le rende donne, quella peculiarità che tutte posseggono e che le spinge a non mollare mai, nonostante le avversità. Con gran maestria infatti l'autrice parla di donne, ne racconta la forza e il valore, ma soprattutto riesce con grande talento a incantare il lettore con delle voci fuori dal coro che entrano dentro l'anima di chi legge, scombussolando tutto.

Lo stile della Kazuki è sofisticato e attento al dettaglio, ma allo stesso tempo è assai delicato, come la letteratura medio orientale sa essere. La narrazione scorre fluida, nonostante i termini giapponesi (a volte fortemente sconosciuti), senza mai caratterizzarsi per punti morti o archi lenti e tediosi. L'intera storia procede con costanza forse proprio grazie al grande interrogativo che fluttua attorno alle ultime parole di Man'yo, che permette alla storia di svilupparsi e arricchirsi al passaggio di un'era all'altra. Nonostante si avverta una certa delicatezza nella narrazione, la trama però si sviluppa con totale realismo (per quanto i "poteri" di Man'yo possano permetterlo) e per questo a volte sa essere anche piuttosto spietata, proprio come la vita reale del resto.

Le descrizioni sono così dettagliate e attente, minuziose, da apparire come veri e propri ritratti, dipinti con abili mani, fatti di parole emozioni e sentimenti. La bravura dell'autrice nel tratteggiare le figure e i personaggi è un vanto e un punto di forza di questo romanzo, così come le descrizioni dei luoghi e degli ambienti, tipici dello stile giapponese.

Un romanzo senza tempo, nonostante le epoche che racconta, una storia ricca che affascina in tante maniere differenti. Un libro da leggere con calma, per godere a pieno della ricchezza di questa storia.