Non è agevole scrivere un libro in cui si raccontano vicende personali che ci riguardano in prima persona. E' facile che si rimanga coinvolti in una confusione fra opera e biografia. I personaggi immaginari sono invece più duttili, restano liberi da vincoli, la loro esistenza dipende dai nostri umori. Escono dalla penna (o tastiera che sia), cristallizzano una fantasia, acquistano spessore ma possono finire nel cestino. Tutto può essere cancellato da un tratto. Nella vita reale la musica è un'altra, non c'è una brutta copia. Solo la scrittura ammette successive correzioni.
Non è agevole raccontare la propria storia come ha fatto Massimo Carlotto nel suo primo romanzo Il Fuggiasco, dove con ironia e destrezza letteraria percorre gli intrecci giudiziari che hanno fatto di lui un "latitante per caso" dall'Italia alla Francia, e poi in Messico.
Ora Carlotto tenta di nuovo questa strada con il romanzo Le Irregolari. Buenos Aires Horror Tour.
COINCIDENZE FATALI
Qualche anno fa nelle pagine de Il Manifesto sono state pubblicate le schede con i nomi e le storie di alcuni casi di "desaparecidos" di origine italiana, tra questi, quello di una ragazza incinta che era stata sequestrata dai militari, torturata, mantenuta in vita fino al concepimento poi uccisa. Nessuna traccia del figlio che si sapeva essere sopravvissuto. Con ogni probabilità dato in adozione a qualche famiglia di militari o venduto a persone senza scrupoli, come usavano fare i militari durante la dittatura. Questa ragazza era Laura Carlotto.
Una fatale coincidenza? Un caso di omonimia? Troppe circostanze indicavano il contrario e Massimo Carlotto decide di varcare l'oceano e disfare il percorso di quel nonno anarchico che aveva preferito partire in Argentina piuttosto che servire il re. Qui comincia la storia, qui comincia il Buenos Aires Horror Tour.
In realtà la storia di Massimo Carlotto comincia molto prima e nasce da uno dei più allucinanti "horror giudiziari" del nostro paese. Il lungo errore inizia il 20 gennaio 1976, quando una ragazza di 25 anni, Margherita Magello, viene accoltellata nella sua abitazione. Massimo Carlotto, studente e militante in Lotta Continua, scopre casualmente la vittima e si reca dai carabinieri per raccontare i fatti. Viene arrestato ed accusato di omicidio. Ci sarà poi una lunga serie di processi, condanne, assoluzioni e infine nel 1982 la Corte di cassazione conferma la condanna. Negli anni successivi si crea un comitato internazionale per la revisione del processo, si raccolgono firme, ma la vicenda va avanti fino al 1993 quando il presidente Scalfaro gli concede la grazia.
Nel frattempo Carlotto si dedica alla scrittura e nel 1995 esce il suo romanzo d'esordio Il Fuggiasco, seguito da La Verità dell'Alligatore che verrà pure pubblicato nella prestigiosa serie Noir dell'editore Gallimard, e infine Il Mistero di Mangiabarche. Inseguendo la storia di suo nonno Massimo Carlotto si reca ora in Argentina. "Mi rendo conto che novantasei anni di distanza dai fatti e un paio di labili tracce non sono un granché per sperare in un esito positivo delle ricerche...ma il mio asso nella machina sono i rapporti di polizia dell'epoca, ancora conservati negli archivi. Un rivoluzionario, straniero per giunta, non doveva passare inosservato nemmeno nell'Argentina del 1886".
La ricerca della storia familiare lo condurrà su altri cammini.
A nulla serve la guida turistica, gettata nella spazzatura il primo giorno, un autobus aspetta alla porta dell'albergo, lui è l'unico passeggero del "Buenos Aires Horror Tour".
Si parte in visita guidata ai luoghi della memoria che sono i luoghi del terrore dell'ultima dittatura. S'ingrana la marcia, comincia il giro della città, "Il 29 giugno 1978 lì dentro hanno sequestrato Jorge Alejandro Segarra. era nato nel '58. Si era diplomato in chimica...Qui viveva il 22nne Eugenio de Cristofaro, lo sequestrarono il 14 settembre 1976. Sequestrarono anche i suoi due fratelli, Teresa e Luis. Solo di quest'ultimo si è saputo che è stato fucilato. Avenida J.B. Justo. Al numero 5.833 viveva con i genitori e i fratelli Maria Elina Corsi. era appena tornata dal negozio di articoli per la casa in cui lavorava per pagarsi gli studi alla facoltà di veterinaria. Minacciarono la famiglia con le armi e se la portarono via. 1.900 di Avenida Santa Fé. Lì il 28 febbraio 1977, avevano sequestrato il 22nne studente di medicina di origine italiana Juan Carlos Marsano. Era stato visto la notte stessa in una caserma dell'esercito e poi di lui non si era saputo più nulla".
Storie che si susseguono senza sosta fino a togliere il fiato. Le irregolari è un romanzo che raccoglie biografie interrotte, progetti di carta, sospesi, stroncati. Trame che si ripetono tutte uguali e tutte diverse. Il sogno di una generazione che voleva cambiare il paese trasformatosi in un incubo interminabile. Vite di cui non è rimasto nulla, appiattite ed accomunate sotto quel termine nefasto inventato dai militari: "desaparecidos". Anche in questa occasione Massimo Carlotto, trasforma una vicenda autobiografica in un romanzo. Il genere è di nuovo il giallo, un giallo non ancora risolto.
UNA STRADA DI CONFINE.
"Ho l'impressione di essere arrivato in Argentina con vent'anni di ritardo". Non basta varcare l'oceano, si deve attraversare la strada. Dall'altra parte di Avenida Corrientes, di fronte all'albergo, c'è la sede delle "Nonne de Plaza de Mayo", la cui presidente, Estela Carlotto, da quando gli è stata consegnata la salma di Laura guida l'associazione che cerca il destino di centinaia di figli di desaparecidos e tra questi suo nipote nato nel campo di concentramento.
"Intuivo - scrive Massimo Carlotto - che attraversare la strada avrebbe significato, per me, rompere la tregua col destino...e non ero sicuro di volerlo". Dall'altra parte della via c'è la conferma di ciò che non poteva più restare eluso, Laura, scomparsa in novembre 1977, era sua cugina.
Le Irregolari sono loro, le Madri e le Nonne di Plaza de Mayo. Massimo Carlotto confessa che sia Estela sia Hebe Bonafini, presidente delle Madri, hanno casualmente usato lo stesso termine per definirsi. "Ci odiano perché abbiamo condiviso la nostra maternità, perché viviamo in modo comunitario, perché non siamo le classiche vecchiette piegate dal dolore e dalle delusioni. E ci odiano perché non siamo come le altre: siamo irregolari e chiediamo alla gente di disobbedire perché senza giustizia non può esserci democrazia", un gruppetto di casalinghe divenuto coscienza morale di un intero paese.
"Mi sono recato in Argentina per raccogliere materiale e capire veramente quale era il legame con i Carlotto di Buenos Aires. Ora so che sono cugino di Laura. Dopo le mie vicende giudiziarie, dopo sei anni di carcere e uno in isolamento non volevo più fare politica. Quando ho attraversato Avenida corrientes intuivo che il corso della mia vita sarebbe cambiato un altra volta, anche se non sapevo cosa mi avrebbe riservato il destino. Ora lo so".