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"La vita bugiarda degli adulti", la recensione in anteprima del nuovo romanzo di Elena Ferrante

Autore: Riccardo De Palo
Testata: Il Messaggero
Data: 5 novembre 2019
URL: https://www.ilmessaggero.it/blog/lampi/elena_ferrante_nuovo_romanzo_la_vita_bugiarda_degli_adulti-4842508.html

Capita di rado (forse mai) di ricevere all’una di notte un file criptato, che si apre con una password preventivamente comunicata (anzi quasi sussurrata) con una email, soltanto per leggere un libro. Ma se l’opera in questione è l’ultimo romanzo di Elena Ferrante, “La vita bugiarda degli adulti”, da giovedì in libreria, le modalità da spy-story acquistano tutto un altro spessore. L’editore e\o sottolinea che si tratta di «un romanzo bellissimo”; e si premura di consigliare un tempo di lettura di 5\6 ore; ed è infatti alle prime luci dell’alba che arriviamo all’ultima pagina di questo appassionato romanzo di formazione tutto al femminile, non frequentissimo in letteratura, ma molto congeniale all’autrice. Tornano le atmosfere che hanno reso celebre la misteriosa (ma non troppo) scrittrice de “L’amica geniale” e, per una notte, il tempo sembra essersi fermato.

“La vita bugiarda degli adulti” racconta la difficile adolescenza di Giovanna, che racconta in prima persona la propria vita, dai tredici ai sedici anni. La ragazza ascolta di soppiatto i genitori durante uno dei loro litigi; una frase del padre, in particolare, la colpisce: un accenno alla figlia, definita “molto brutta”. Allo stesso modo - scoprirà - di quella zia Vittoria che non ha mai conosciuto e che nessuno, in famiglia, vuole farle conoscere. Sarà proprio l’ossessione per quella frase a condurla attraverso un doloroso percorso verso la conoscenza degli altri (e quindi di sé). Saranno le bugie del padre Andrea, e della madre Nella, a spingerla a sua volta a mentire, ad indossare una maschera, a scoprire il vuoto che si porta dentro, «capace di ingoiare ogni sentimento in un tempo brevissimo».

Le parole rimbalzano dentro la sua testa, la colpiscono, la feriscono e, per qualche magica ragione, creano un processo di crescita. Che passa, come sempre accade, attraverso un percorso accidentato, pieno di incognite. I genitori, all’improvviso, diventano dei perfetti sconosciuti. La zia, finalmente incontrata, le appare, assieme, «bellissima e bruttissima». Gli alti e bassi dell’anima si riflettono nel rendimento a scuola, nel modo di vestire; e la Ferrante è molto abile nel descrivere questi piccoli cambiamenti, quasi impercettibili, in cui piccoli dettagli esteriori servono ad annunciare grandi rivolgimenti interni, come il sobbollire nella provetta di un chimico. Non è facile raccontare sentimenti così elementari, e fasi della vita così comuni - come il passaggio dall’adolescenza all’età adulta, lo stupore del primo innamoramento - senza scadere nel luogo comune; ma l’autrice riesce - con la capacità narrativa che l’ha resa famosa - a evitare le trappole, utilizzando con sapienza quasi dolente una prosa musicale ed elementare, che gioca con le atmosfere e con i dialoghi, mettendo in luce il cuore dei suoi personaggi, le loro grandi speranze e le loro cocenti delusioni. L’amore è di uno stupore disarmante: «Com’erano belli e tremendi i suoi occhi chiari intagliati nel viso scuro, le dita lunghe, le labbra lucide».

Napoli è lo sfondo ideale, e ormai abituale, di Elena Ferrante; la città si avverte, si annusa, ma resta sempre sullo sfondo; è semmai nell’anima dei personaggi che se ne avverte maggiormente la presenza. Si avverte nella forza dolente degli uomini, e delle donne, di umili origini; nella voglia di rivalsa di chi ce l’ha fatta; e nel vizio tutto borghese di salvare le apparenze. In fondo, “La vita bugiarda degli adulti” è un viaggio nelle fragilità dei suoi protagonisti, nelle debolezze e nei difetti di tutti noi. Con la consapevolezza, sempre presente, che «in quello che è successo non c’è colpa, si fa del male senza volerlo». Comprendere tutto vuol dire perdonare tutto. E, per favore, non mettetevi in testa che la giovinezza è l'età più bella della vita.