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I cariolanti: l'atroce storia della fame e delle guerre

Testata: Biblioteca Montelupo Fiorentino
Data: 7 dicembre 2019

Nell’attesa di conoscere di persona Sacha Naspini domenica 15 dicembre al MMAB e poter finalmente domandare a lui i tanti perché rimasti sospesi in fondo ai suoi romanzi, siamo andati a rileggere uno dei suoi libri più significativi: I cariolanti. Sconsigliato a chi soffre di cuore.

L’atroce romanzo di Naspini, considerato dai suoi affezionati lettori il suo capolavoro, risale a dieci anni fa. Presto sarà ripubblicato dalla E/O, casa editrice che ha sposato lo scrittore maremmano a partire da Le Case del Malcontento, ma intanto rileggerlo può essere utile per capire di cosa sia capace la penna feroce di Sacha Naspini.

Ogni riga di questo romanzo fa orrore, ma ogni parola ne tira un’altra, e con un occhio chiuso (come lo stomaco) e uno aperto, non si può fare a meno di frugare in questa voragine di malignità. L’autore sembra volerci portare, grazie alla forza trainante del suo protagonista, verso la convinzione che alla fine l’uomo è della stessa pasta di una bestia, e come questa si comporta quando i bisogni primari vengono ignorati o negati da altri suoi simili.

La storia di Bastiano, dalla sua infanzia durante la Prima Guerra Mondiale fino all’età matura nel secondo dopoguerra, è un soffio. Un soffio malefico, ininterrotto, che alimenta il disgusto e la consapevolezza dei propri limiti. L’etica sembra essere stata dimenticata, in questo romanzo, ma alla fine Bastiano, e anche i suoi famigliari, niente fanno se non quello che ognuno, privo di freni inibitori, farebbe per soddisfare le proprie necessità: sfogare la propria rabbia, difendere la propria libertà, onorare il proprio senso di giustizia.

Ogni volta che il lettore crede che sia stato raggiunto il limite massimo, ecco che si deve ricredere per sorprendersi con un nuovo tabù distrutto. Nulla può frenare la furia cieca di un uomo affamato. Nulla, se non la furia cieca del figlio cresciuto con quell’uomo, addirizzato a forza di botte e di violenze quotidiane.

In questo romanzo non si ha tempo di pensare. Si corre veloci sulle pagine sperando di uscirne il prima possibile, e sentirsi finalmente salvi. Lontani dalle infamie delle guerre, dalle aggressioni improvvise, lontani dai vagoni in direzione lager e lontani dalle barbarie della povera gente, che spera di sopravvivere a se stessa.

Non c’è scampo per il lettore che si imbatte in questo libro. Rialzarsi è durissimo. Ma dopo averlo letto, ogni idea di letteratura delineata in precedenza, dovrà essere rivista. Dopo I cariolanti niente è come prima.

A febbraio di nuovo disponibile in libreria grazie alla casa editrice E/O. Nel frattempo, potete trovarlo in biblioteca.