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La signora del martedì

Autore: Corrado Ravaioli
Testata: Sugarpulp
Data: 27 gennaio 2020
URL: http://sugarpulp.it/la-signora-del-martedi-recensione/

Sorprendente. È il primo aggettivo che mi è saltato alla mente leggendo il nuovo romanzo di Massimo Carlotto.

L’autore di storie memorabili come Arrivederci amore ciao o la serie dell’Alligatore si è divertito, è il caso di dirlo, a prendere in contropiede il lettore operando una miscela di toni ben calibrata.

La signora del martedì contiene l’ironia tagliente della commedia grottesca, l’inquietudine del noir e il trasporto di una storia sentimentale. Il tutto filtrato attraverso lo sguardo disincantato dell’autore sulle contraddizioni e i difetti della società in cui viviamo.

Al centro della vicenda, ambientata in una città di cui non viene fatto il nome, che vede nella piccola ma discreta pensione “Lisbona” il teatro principale delle azioni, troviamo tre personaggi.

Alfredo, il titolare della pensione, è un allegro settantenne che ama travestirsi da donna solo dietro le mura del locale per paura di ritorsioni o violenze; Bonamente Fanzago, è un attore porno sul viale del tramonto entrato in crisi dopo un ictus. Saltuariamente arrotonda lo stipendio come gigolò nella stanza della pensione Lisbona, di cui è uno dei pochi clienti, e ha instaurato con Alfredo un’amicizia sincera; Alfonsina Malacrida, donna affascinante quanto misteriosa che ogni sette giorni entra nella stanza di Bonamante per consumare un’ora di sesso a pagamento. È lei, ca va sans dire, La signora del martedì.

Era venuto a cercarlo. Aveva sentito parlare di lui da una sua conoscente che lo aveva incontrato un fine luglio a Bellaria. La recensione era stata positiva, pare tra il buon e l’ottimo, e si era presentata alla pensione Lisbona. L’attore viveva lì da sempre.

I tre personaggi di cui sopra, come spesso accade nelle storie di Carlotto, hanno qualcosa da nascondere. Per Bonamante si tratta del suo stato di salute, nascosto ai colleghi per timore di perdere le ultime occasioni; Alfredo, come detto, vive in modo onesto la propria sessualità solo al riparo della pensione, dove incontra saltuariamente l’amante; Alfonsina, si scoprirà in seguito, nasconde dietro un’immagine rispettabile un passato burrascoso.

Fino a qui, la trama appare abbastanza lineare. Come detto però siamo di fronte a una storia di sentimenti e a volte basta un gesto istintivo, come insegna anche la cronaca quotidiana, a far precipitare una situazione apparentemente tranquilla. Sarà quel gesto a innescare un effetto domino dalle conseguenze rocambolesche e drammatiche.

I tre protagonisti saranno costretti a giocarsi tutto per uscire da un vicolo cieco, affrontando criminali incalliti, cronisti senza scrupoli e poliziotti frettolosi. E per farlo dovranno affidarsi a risorse insospettabili.

È una storia di amori non corrisposti o inaspettati, emarginazione e riscatto, anche se la vendetta ha un sapore poco appagante.

Carlotto, con la sua penna diretta e affilata, affascina il lettore facendo riflettere al tempo stesso sulle storture della società in cui viviamo, come l’omofobia serpeggiante o le inchieste giornalistiche trasformate in gogne.

È un grande ritorno questo dell’autore padovano, che si lascia assaporare come un whisky affinato per anni. Dal sapore intenso, ricco di sfumature e appagante.