Login
Facebook
Twitter
Instagram
Newsletter

La signora del martedì di Massimo Carlotto

Autore: Patrizia Debicke
Testata: Libroguerriero
Data: 31 gennaio 2020
URL: https://libroguerriero.wordpress.com/2020/01/31/la-signora-di-martedi-di-massimo-carlotto-edizioni-e-o/

Romanzo corale dal gradevole sapore teatrale questo La signora del martedì di Massimo Carlotto, molto ben recitato dai tre personaggi principali: il signor Alfredo, Guastini, attempato omosessuale che indossa gli abiti di una signora elegante d’altri tempi e che parla di sé al femminile, Bonamente Fanzago attore porno quasi in pensione che tiene ancora duro e la misteriosa signora che ogni martedì, da ben nove anni, dalle 15 alle 16, si infila nel suo letto per approfittare e pagare i suoi servizi da gigolò. Lo scenario è misterioso e suggestivo, siamo d’inverno, in provincia, dove? Forse la riviera romagnola, sì forse… o magari più a Nord. E comunque una cittadina sul mare, ma d’inverno il mare sembra così lontano… Imprescindibile e irresistibile filo conduttore della trama, un albergo di sapore felliniano, La Pensione Lisbona. Vecchiotta, ben tenuta, poche camere messe con gusto, sempre aperta ma poco frequentata, a conti fatti la Pensione Lisbona funge da impagabile palcoscenico di tutta la storia. Ma torniamo al romanzo e alla sua straordinaria galleria di personaggi: riprendendo da Alfredo Guastini, vero elemento trainante della narrazione, abbiente proprietario della Pensione Lisbona, attempato omosessuale di buon cuore, capace di cacciarsi nei guai proprio per amore, magari egoistico, ma sempre amore.

Travestito nell’intimo, ex prostituto e un tempo amante di un rapinatore portoghese, oggi costretto a indossare gli adorati completi femminili, vedi borsetta e cappellini tipo regina d’Inghilterra e a truccarsi come vuole solo nella sua pensione per evitare il ludibrio e peggio. Si sa che passati i sessanta un travestito sembra solo grottesco, o peggio oltraggioso e diventa la vittima predestinata di ogni violenza. Passati gli anni d’oro, i clienti della pensione si sono progressivamente diradati e oggi come ospite fisso a occupare la camera 3 è rimasto solo Bonamente Fanzago (nome di sapore medioevale ereditato dai precedenti proprietari della tenuta comprata dalla sua ricca famiglia che poi ha disconosciuto il figlio degenere), quarant’anni, con il nome di battaglia Zagor per anni attore di successo di film porno ma ormai agli sgoccioli della sua carriera cinematografica. Colpito sei mesi prima da ictus, si è trovato di fronte alla dura realtà: dover chiudere con robaccia e pastiglie che prolungavano la durata della sua pure eccezionale erezione. E l’ictus gli ha lasciato altri strani strascichi: insicurezza, malinconia, piange facilmente. Bell’ uomo ha sempre avuto molte donne e talvolta in passato ne ha approfittato per arrotondare i guadagni come gigolò, ma ormai gli è rimasta solo la Signora del martedì, che ogni settimana tra le 15 e le 16 lo va a trovare, soddisfa le proprie voglie, porta e beve solo liquori di marca, poi lascia i soldi sul comodino e se ne va senza avergli mai rivelato nulla di sé. Bonamente, non sa che la Signora del martedì, la bella sconosciuta che lo cerca ogni settimana è Alfonsina Malacrida, un tempo chiamata Nanà, protagonista di un celebre e discusso caso giudiziario. Da ragazzina Alfonsina, accusata di essere una prostituta, era finita in carcere e condannata per l’omicidio di un ricco maiale che l’aveva comprata dal padre. Alfonsina è innocente, ma è stata inchiodata, come assassina dai benpensanti, dai giornali e dai i giudici. Anni dopo, uscita di prigione è stata salvata dalla strada e dal tornare in galera dall’aiuto di un avvocato in pensione, l’avvocato Fontana. Lui sa per un certo che Nanà è la povera vittima di un errore giudiziario e, a prezzo di lasciare la sua famiglia, le ha offerto una casa e la protezione di un padre. Lei si è fatta un nome e un lavoro ben pagato come scrittrice di favole. Ma in provincia dove tutti sanno (e si fanno) i fatti degli altri, pur lasciando che ciascuno entro certi limiti possa scegliere di vivere come vuole e magari vivere una doppia vita, certe cose non si possono fare. Insomma destano pubblico scandalo, ma con il passar del tempo magari passano nel dimenticatoio fino a quando… Vedi caso, il caso o destino che dir si voglia ci mette mano. Il caso, ahi stiamo aggirando le ferree regole del noir? Ma lo sappiamo tutti quante volte la vera vita smentisce certe logiche da romanzo criminale. Il caso esiste eccome e stavolta, a sua dimostrazione, la causa incidentale sarà l’affettuoso impeto protettivo di Alfredo nei confronti di Bonamente. E zac l’instabile e fragile equilibrio dello strano trio si rompe. L’avvocato Fontana muore investito per strada da una macchina, la polizia indaga con discrezione, la ragazza ha un alibi di ferro, ma il giornalista Belli, suo nemico giurato durante il processo che la vide condannata, annusa marcio dappertutto e vorrebbe imbastire a ogni costo un scoop sul signor Alfredo, che era stato notato nei dintorni della casa di Fontana e su Nanà. Insomma genere: sbatti il mostro in prima pagina. Basta poco per finire vittime della ferocia dei social e della persecuzione della stampa.. I tre personaggi che fanno capo alla pensione Lisbona sono in pericolo, la polizia e i giornali ripescheranno la vecchia storia della povera Nanà e i travestimenti di Alfredo scateneranno morbose reazioni. Insomma il processo mediatico pare non lasciare scampo. Ma a volte l’infame destino può anche riservare qualche buona sorpresa. Insomma, a conti fatti, La signora del martedì è un giallo che si azzarda persino e con rara abilità a sfiorare i toni del fotoromanzo. Ma è un giallo ben calibrato da ogni punto di vista, in cui soprattutto si privilegiano i migliori istinti dell’amore, di qualunque genere sia. E quando Nanà si troverà davvero nei guai, potrà far conto su uno sconosciuto signore dagli stivali, lo riconoscete vero l’Alligatore? Proprio lui Marco Buratti, inserito ad hoc nel ruolo di angelo custode con l’aiuto di coppia specializzata nel far sparire cadaveri. E se necessario persone. E poi chissà se la storia di Alfredo, Benemonte, Alfosina sarà proprio finita? Come recita a ragione la quarta di copertina, stavolta Massimo Carlotto va al di là del noir. E ci regala l’arguto ma colto divertissement di una trama variegata, perfetta per raccontare i nostri tempi afflitti da tante e talvolta incontrollabili difficoltà. Insomma una storia di cui tutti potremmo essere stati testimoni magari per caso o volontariamente attori? Tutti coinvolti? Oppure nessuno? E comunque bravo Massimo! Esperimento azzeccato: un romanzo notevole, permeato di un fine e geniale umorismo che seduce.