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Carlotto e quelle vite ai margini tra noir e melò

Autore: Simone Innocenti
Testata: Corriere Fiorentino
Data: 6 febbraio 2020

«In una società che consuma i corpi a qualsiasi livello, mi sono chiesto cosa sarebbe successo al corpo dopo che era stato sfruttato e usato. E così mi sono messo a scrivere questo nuovo romanzo», racconta Massimo Carlotto che oggi alle 18 sarà a Firenze alla Feltrinelli in Via Cerretani per presentare La signora del martedì. Ad intervistarlo ci sarà Vanni Santoni. Il nuovo lavoro di Carlotto non ha nulla a che vedere con i suoi primi romanzi, dove la cupezza e la violenza non lasciavano scampo neppure a un briciolo di speranza. «In questo romanzo, che ho scritto in due anni, ci sono tre personaggi - spiega Carlotto - con un corpo ormai abusato: Bonamente Fanzago, che è un attore porno in disarmo; Alfredo, titolare di una pensione, che ama travestirsi e che in passato si prostituiva; infine Alfonsina Malacrida, donna tanto problematica quanto bella che ogni sette giorni entra nella stanza di Bonamente per consumare un'ora di sesso a pagamento». Nel mezzo ci sono un paio di fatti di sangue e un certo modo di fare giornalismo, «quello che crea una finta obiettività dei fatti che non ha nulla a che vedere con la civiltà del diritto», dice Carlotto.

Il finale è tuttavia pieno di positività. Un fatto piuttosto strano nella produzione letteraria di Carlotto. «Credo che oggi sia importante poter pensare di promuovere un riscatto personale, anche nel mondo del crimine», spiega ancora Carlotto che ha usato non soltanto il tono del noir «ma anche quello del melò e, se vogliamo, anche quello della fiaba. Proprio per dimostrare che le storie non hanno confine di genere».

Carlotto rivela che i due anni di tempo per redigere il romanzo sono dovuti al fatto di poter costruire interviste con il mondo che descrive. «Per il personaggio di Alfredo, però ho avuto fortuna - chiarisce l'autore - Ero in fila alla posta, c'era una persona vestita da uomo che mi ricordavo sempre vestita da donna. Ci siamo parlati e alla fine ha accettato di raccontarmi come era la Padova di quegli anni per i travestiti». Poi ovviamente l'autore ha lavorato di fantasia, anche se l'ambientazione della storia avviene prevalentemente nel «suo» Nord-Est (con una piccola incursione nel Portogallo).

A quando una storia in Toscana? «Dovrei starci molto tempo e parlare con le persone, anche se ho passato un sacco di bei giorni in Val d'Orcia, in un paesino dove sono tornato spesso per festeggiare il Natale e anche il Capodanno», conclude l'autore padovano che ha vissuto per anni in Sardegna.