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La signora del martedì

Testata: Arzyncampo
Data: 26 febbraio 2020
URL: https://arzyncampo.altervista.org/la-signora-del-martedi-romanzo-noir-di-massimo-carlotto-edizioni-e-o-2019/

Un noir che sfiora o addirittura in certi momenti sfocia nella poesia. Poesia dei sentimenti, poesia dell’amore, del rapporto che può nascere tra due persone sostanzialmente sole e ormai alla deriva. La vicenda prende il via nella piccola e discreta pensione ‘Lisbona‘ nella quale trova ospitalità (da tempo) Bonamente Fanzago, attore porno avviato sul viale del tramonto dopo un ictus, problema che lo rende assoutamente incompatibile con l’ambiente del cinema: cosa succederebbe se, durante un furioso e lungo amplesso coadiuvato da inevitabili supporti farmacologici, quel suo cuore decidesse di farla finita proprio sul set? Nessun produttore o regista correrebbero mai il rischio. La vita di Bonamente, quindi, finisce col ridursi all’interno della pensione dove continua a mantenere le glorie da gigolò. In particolare al martedì, quando da tempo una misteriosa affascinante donna entra alla ‘Lisbona’ per consumare un’ora di sesso a pagamento, non un minuto di meno, non un minuto di più. Appunto, quindi: ‘la Signora del martedì‘. Terzo protagonista infine Alfredo, titolare della pensione, maturo settantenne che si traveste da donna ma solo all’interno dei confortevoli muri della ‘Lisbona’ perché, se solo s’allontana, diventa oggetto di sfottò o anche altre peggiori provocazioni anche fisiche da qualche giovanotto malato di omofobia. Un romanzo che possiamo definire, in sede di rilievo del contesto, ‘lineare‘. Fino all’incidente che provoca il primo defunto, travolto sotto la pioggia da un’auto che subito dopo si allontana senza prestare soccorso. Guarda caso si tratta dell’anziano convivente della bella Signora del martedì della quale a quel punto scopriamo il nome (Alfonsina) e soprattutto un passato burrascoso. Un passato che diventa riferimento di un giornalista di secondo piano, attivo da sempre nelle paginette di un quotidiano di provincia, che vede l’occasione per mettersi in evidenza di fronte alla grande informazione indagando direttamente e ‘guidando’ le forze dell’ordine verso i colpevoli che, a suo parere, sono proprio loro, Fanzago, Alfredo, Alfonsina. Una vicenda che s’intreccia con la decisione di Alfonsina di abbandonare il suo gigolò gettandolo nella più profonda disperazione ed è proprio a questo punto che leggiamo di poesia pura, scavando nell’animo di Fanzago, seguendone i passi disperati per salvare quello che, per lui, da semplice incontro di ginnastica sessuale, risulta ormai amore vero e proprio. Ma molti colpi di scena si susseguono e tra questi Carlotto inserisce la denuncia della nostra società intrisa di omofobia e ancora quel modo scandalistico di agire dell’informazione stampata e parlata, impegnata nella ricerca dello scoop a tutti i costi, costi quel che costi, anche a costo di condurre l’opinione pubblica ‘pagante’ verso ipotesi di realtà completamente false. Ma, appunto, l’importante è vendere copie, il resto tutta e sola fuffa. Insomma, un racconto capace di lasciarci spesso senza fiato, coinvolgendoci nella suspence che pervade quasi ogni pagina tra cronaca, azione e sentimenti. Praticamente una trasposizione sul grande schermo del film già prenotata.