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La donna abitata di Gioconda Belli – Recensione

Testata: The Book Perfect
Data: 17 aprile 2020
URL: https://thebookperfect.altervista.org/la-donna-abitata-di-gioconda-belli-recensione/

Ho letto questo libro dopo averlo – letteralmente – rubato a mia sorella. L’ho letto perché volevo distaccarmi dal mio solito genere di lettura, e immergermi in qualcosa che potesse riempire le mie lacune in fatto di romanzi stranieri. Uscita dunque dalla mia confort zone, ho scoperto che la storia narrata da Gioconda Belli, scrittrice nicaraguense, è una realtà parallela fatta di dense e articolate parole, che avvolge la vita di due donne, che a distanza di secoli, combattono per la costruzione di quel sé di donna, dato per scontato e visto, sempre, attraverso le gesta di un uomo da attendere, come moderne “Penelope’’. Teatro della storia è Faguas, una città immaginaria dell’America Centrale. Siamo agli inizi degli anni Settanta del XX secolo. La situazione politica vede la dittatura militare del Grande Generale. Lavinia, giovane architetto, figlia di una coppia di ceto borghese, si definisce una ribelle per aver abbandonato il nido sicuro dei suoi, ed essersi rifugiata a vivere da sola, nella casa che sua zia Ines le ha lasciato. Tuttavia, l’incontro con Felipe, collega di lavoro con la quale stabilirà una relazione amorosa, stravolgerà la sua tranquillità e la percezione della parola stessa: Ribellione. Attraverso Felipe, Lavinia entrerà in contatto con Sebastièn e Flor, compagni del Movimento di Liberazione Nazionale, in lotta contro la dittatura del Grande Generale. Venuta a conoscenza degli ideali, deciderà di seguirli, verso una battaglia pericolosa che ha la promessa in bocca di: libertà. Poco scontato, senza dubbio, è l’io di Itzà, che abita l’albero d’arancio nel giardino di Lavinia, e che si alterna fino a fondersi con essa, in capitoli affascinanti e carichi di intensità. Itzà, guerriera vissuta secoli prima, che lottò contro il giudizio del suo popolo, e seguì il suo amato Yarince in battaglia contro i conquistadores, abiterà l’io di Lavinia, e attraverso il suo sangue, aiuterà la ragazza a superare incertezze e paure.

Citazione tratta dal romanzo:

In questo mondo nuovo, le cose semplici cedono il passo a relazioni complesse. Lei non ha combattuto con le lance. Ha combattuto con il suo stesso cuore fino a estenuarsi; fino a vedere il suo paesaggio interiore scosso da centinaia di vulcani; fino a vedere sorgere nuovi fiumi, laghi, città dai contorni sfumati. Io, abitante silenziosa dels uo corpo, la osservo mentre costruisce solide fondamenta della sua identità. Ora sta in piedi e senza posa si dirige là dove il sangue troverà la sua quiete. Ho trovato il romanzo nel complesso, ben congeniato. Articolato e privo di una scrittura algida, che tuttavia, si dilunga, per mio gusto personale, troppo in alcuni capitoli, la Donna abitata mi ha affascinata. Pur mirando a far rivivere al lettore quella che è stata la dittatura di Somoza, l’intera storia, non ha un ritmo incalzante da battaglia. Intendiamoci, si articola lentamente, e si sviluppa allo stesso modo, per far emergere, il significato di vita e morte, di amore, che domina la ribellione, di guerra e pace, di ricchezza e povertà, e in fine, anche se in forma superficiale, quello della politica nicaraguense. Nonostante ciò, come un’arma che carica, attende il momento giusto per sparare il colpo, il meglio arriva alla fine. Trascendendo poi sul contesto sociale della donna che: da una parte il suo ruolo sottomesso, e dall’altra si ribella e cerca di farsi valere in una società maschilista che vive secondo dettami pre stabiliti dalla società, posso dire senza dubbio che mi sarebbe piaciuto un pizzico di azione in più all’interno di tutto il romanzo, e che ci fosse uno spessore maggiore, al di là dei soliti sentimentalismi dovuti ai comportamenti derivati da terzi, in alcuni casi non del tutto giustificabili, per quanto riguarda la crescita dell’io di Lavinia.

Con questo però, non voglio assolutamente dire che il romanzo non sia stato bello. La penna di Gioconda Belli, resta forte, cruda, ma anche intensa e appassionante, fino alla fine. E affascina, talmente tanto che girata l’ultima pagina si va un po’ in crisi. Per tanto, e dopo la difficoltà che questa recensione mi è costata in ambito spoiler, vi invito a leggere LA DONNA ABITATA, se siete in cerca di un bel romanzo femminista che abbia all’interno un complesso assedio di emozioni.