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Donne in thriller, una new entry

Autore: Diego Zandel
Testata: Gazzetta del Mezzogiorno
Data: 7 maggio 2020

Per gli scrittori di thriller è l’anno dell’abbandono, da parte degli autori, dei protagonisti che hanno fatto la fortuna dei loro libri. Roberto Costantini, con “Una donna normale”, edito da Longanesi (da notare anche il cambio dell’editore, in questo caso), che ha lasciato per strada il fosco commissario Michele Balistreri per lanciare una nuova eroina, la spia Aba Abate, divisa tra famiglia e lavoro; ed ora il triestino-tedesco Veit Heinichen che abbandona il suo commissario Proteo Laurenti, della questura di Trieste per tirar fuori dalla manica anch’egli una donna, Xenia Ylenia Zannier, commissaria a Grado, protagonista del suo nuovo romanzo “Bordeless” (in questo caso l’editore è sempre e/o). I lettori affezionati ai personaggi conosciuti nel corso di tutti questi anni/libri si dovranno pertanto abituare a queste nuove figure, così diverse anche per ragioni di appartenenza sessuale, che probabilmente risulteranno essere ancora più originali dei loro omologhi maschi ed anche più credibili nello scontro con una serie di nemici che le vorrebbe più deboli perché, appunto, donne. Invece non sanno quanto le donne possano essere più toste dei maschi. In Xenia poi questo suo carattere, del quale ben si renderà conto il lettore che la scopre oggi, ha molto a che fare con le sue origini. E’ nata infatti nel 1976 quando, durante il terremoto che colpì allora la regione, i suoi genitori persero la vita, solo lei restò viva. Adottata dalla zia materna, si troverà a crescere con il figlio di lei, che per diverso tempo crederà essere suo fratello, con lui stringendo un rapporto molto stretto. Che finirà quando il ragazzo, più grande di dieci anni, divenuto finanziere, si troverà coinvolto in una rissa che lo condurrà ingiustamente dritto in carcere dove s’impiccherà, motivo di una forte maturazione per l’allora ragazza che imparerà ad affrontare con rabbia anche le avversità. E’ vero, nel caso di Xenia, per quanto riguarda il nemico principale è ancora una donna, la senatrice Romana Castelli de Poltrieri, che troveremo al centro di traffici vari, in particolari migranti e armi, ma anche altre due donne: una fotografa, già ex campionessa di nuoto nell’ex DDR, la Germania dell’Est, il cui ruolo risulterà essere molto ambiguo fino all’ultimo, e la procuratrice croata Ziva Ravno, alleata di Xenia e che già abbiamo incontrato nei romanzi con Proteo Laurenti, anche nelle vesti di sua amante. Il tutto su uno scenario internazionale che da Grado si sposta a Trieste, Fiume, l’Austria e la Germania, la Croazia, così trasformando una storia poliziesca in un caleidoscopico romanzo d’avventura dentro il quale c’è di tutto e di più, compresi gli xenofobi di una organizzazione politica di estrema destra chiamata Patria Nostra, espressione della nouvelle vague sovranista, che soffia sull’odio per gli stranieri, l’Unione Europea e la Germania. Sintetizzare tutto questo è particolarmente complesso. In sostanza, su una scacchiera che gioca i suoi pezzi nello spazio e nel tempo, risalente addirittura alla guerra interetnica dei primi anni Novanta nella ex Jugoslavia, si assiste al gioco al massacro tra criminali, agenti segreti, ministeri romani, politici corrotti, il tutto all’insegna degli affari più sporchi e remunerativi ottenuti oggi con il traffico dei migranti, che in particolare la senatrice Romana Castelli de Poltrieri ben sa sfruttare. Qui, più che la famosa rotta balcanica via terra, c’è quella adriatica, con un cargo con nella stiva il suo carico di umanità dolente e che, una volta sbarcato, è pronto ad essere barattato dall’avida senatrice con altri carichi non meno lucrosi, che costringeranno la commissaria Xenia anche ad agire non sempre nei limiti delle sue competenze territoriali. Per circa 400 pagine vedremo una serie di scene alternarsi con sequenze di carattere cinematografico che rappresentano la cifra narrativa di questo romanzo che è costato all’autore, da una sua dichiarazione, ben 13 stesure prima di essere licenziato per la stampa. Ma il divertimento per il lettore è assicurato. Così come, in questi tempi di clausura, un po’ di viaggi in poltrona in giro per l’Europa.