Con una lucidità ben rara tra i suoi contemporanei, quella che seppero dimostrare solo certi sociologi – e “più che sociologi” - francofortesi o statunitensi, e certi teologi (Bonhoeffer) e certi narratori (Brancati), Ignazio Silone punta il dito sulla piaga parlando del “nichilismo di massa” come del nuovo, immane pericolo: l’accettazione del mondo come viene, vivendolo alla giornata, senza interrogarsi su quanto ha alle spalle e quanto ha davanti, e su dove ci sta portando. E se oggi questo testo straordinario ha tanto da insegnarci è proprio sul nostro presente, sulla nostra accettazione della società così come il potere e il capitale (e i politici e intellettuali al suo servizio, anche tanti che si dicono “di sinistra”) predispongono per noi. Altrettanto significativa è la proposta positiva di Silone, l’invito all’azione avendo scelto “i compagni” giusti per i quali e con i quali lottare sognando un mondo migliore, operando per la sua realizzazione.
Ignazio Silone
Ignazio Silone, pseudonimo di Secondino Tranquilli (Pescina, L'Aquila, 1900 - Ginevra 1978) è stato uno scrittore, giornalista, politico, saggista e drammaturgo italiano. Partecipò alla fondazione del Partito comunista nel 1921, allontanandosene nel 1931. Attivo poi nel Partito socialista clandestino, diresse le riviste Europa socialista (1946-47) e Tempo presente (1956-68). Annoverato tra gli intellettuali italiani più conosciuti e letti in Europa e nel mondo, è autore di numerosi romanzi tra i quali Fontamara (1933), Vino e pane (1936), Il seme sotto la neve (1941), Il segreto di Luca (1956) e L'avventura d'un povero cristiano (premio Campiello nel 1968) e saggi come Il fascismo. Origini e sviluppo (1934), La scuola dei dittatori (1938) e Uscita di sicurezza (1965).