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Uomini, così fragili e vulnerabili

Autore: Veronica Colella
Testata: Silhouette Donna
Data: 28 luglio 2020
URL: https://www.silhouettedonna.it/sesso-psiche/psiche/41092-41092/

C’è una ragione per cui di depressione si parla quasi sempre al femminile. Sempre secondo l’OMS, gli studi epidemiologici suggeriscono che le donne ne siano colpite in misura maggiore e continuativa rispetto agli uomini, anche per via della maggiore esposizione a eventi drammatici come guerre civili, povertà, violenza domestica e sessuale. Eppure, esiste anche una netta divergenza tra i due sessi in fatto di suicidio, con una prevalenza al maschile di tentativi riusciti. Se la depressione risulta più letale per gli uomini, è anche perché molti sono ancora convinti di dover tenere per sé sentimenti come la tristezza, il disagio o la sensazione di non essere all’altezza. Lo fanno per il bene della famiglia, per non mostrarsi deboli sul lavoro e anche perché credono di dover dimostrare di farcela da soli.

La maschera della rabbia

Riconoscerne i sintomi può essere difficile anche perché gli uomini tendono a esprimere il loro disagio in termini di rabbia e irascibilità. Nel campo delle emozioni gli scatti d’ira sono certamente più “virili” rispetto alla paura e alla tristezza, la cui manifestazione continua a essere scoraggiata anche nei bambini. Chi pensa che ormai questo stereotipo sia superato e che agli uomini sia già stato restituito il diritto alla lacrima facile, riflette Matt Haig in Ragioni per continuare a vivere (Edizioni e/o), non tiene conto del fatto che queste emozioni bisogna anche imparare a gestirle. Chi si ammala di depressione spreca molte energie cercando di sembrare normale, o rimproverandosi perché non riesce a esserlo davvero. In particolare, alcuni uomini ritengono di dover essere in grado di “aggiustarsi da soli”, al limite con l’aiuto di qualche litro di alcol. Ecco perché, tra i segnali a cui prestare attenzione, ci sono anche l’abuso di sostanze e la tendenza a nascondersi da tutte quelle situazioni familiari o sociali che potrebbero rendere visibile la propria sofferenza.

Parlare e ascoltare

Parlare apertamente di ansia e depressione, prosegue Haig, è già una forma di terapia. Incoraggiare chi ne soffre a cercare un aiuto professionale è importante, ma lo è anche creare un clima sereno in cui sentirsi appoggiati e sostenuti. Per evitare sensi di colpa, le esortazioni a “tirarsi su” dovrebbero essere evitate a meno di non avere consigli dettagliati e infallibili su come fare. Essere amorevolmente severi non funziona, mentre può essere utile alleviare la pressione del lavoro e della vita dimostrando di non avere fretta di vedere miglioramenti.