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Il cielo di Singapore

Autore: Simona Latorrata
Testata: Sololibri
Data: 1 luglio 2021
URL: https://www.mangialibri.com/il-cielo-di-singapore

La voce della signorina Fork giunge quasi ovattata alle orecchie di Szu. Ha perso il conto del tempo e delle volte che è finita in punizione: a braccia alzate, di fronte al muro verde della classe. Quella parete l’ha fissata così spesso negli ultimi giorni che ormai neanche il colore del muro le suscita più qualche emozione. Lentamente abbassa le braccia e mentre inizia a sentire il familiare formicolio risalirle dal gomito sino alle dita delle mani, sente anche montare la rabbia contro quell’insegnante. Non sa neanche perché in fin dei conti ce l’abbia con l’unica che forse mostra un po’ di attenzione nei suoi confronti. Insegna matematica e come la sua materia tutto, in quella donna, lascia trasparire la perfezione: dai capelli sempre in ordine alle perle che ricordano a Szu le palline di un abaco. Il flusso di parole non sembra avere senso per lei: coglie qualche parola qua e là. “Compito di matematica”, “devi impegnarti di più” e “valutazione intermedia”. È quest’ultima frase a suonare nella sua mente come una campanella: deve darsi una mossa e studiare. E deve smettere anche di parlare durante le lezioni. In fin dei conti, basterebbe che per una volta si concentrasse e non desse fastidio alle sue compagne, per avere voti migliori e non finire così spesso in un angolo della classe. Ma la sua mente sta già viaggiando versi altri lidi... Ma dai, chi vuole prender in giro! La sua vita sarebbe stata certamente più semplice se fosse poco più simile a sua madre Amisa, “il tipo di donna che non suda mai, che mangia come un uccellino e che tutti gli uomini trattavano come se fosse una divinità”. E invece ha preso tutto da suo padre “una stirpe di imbroglioni, contrabbandieri e fuggiaschi” con buona pace dei futuri successi accademici e del suo sentirsi a proprio agio nel mondo...

Premiato con il Deborah Rogers Writer’s Award, Il cielo di Singapore è un romanzo tutto al femminile, l’esordio narrativo della scrittrice Sharlene Teo. Protagoniste sono Szu, di sua madre Amisa (attrice resa famosa grazie a Ponti! horror movie) e Circe. Una narrazione che copre ben 17 anni narrazione - dal 1968 sino al 2020 – per trattare di temi quali l’amicizia tra donne, il corpo femminile, del suo ruolo nella società e di come questo possa influire. La scelta di lasciare ai margini le figure maschili è voluta, per “mettere in discussione e capovolgere le strutture e i luoghi che detengono il potere”; Circe scopre di dormire meglio dopo il suo divorzio, così come Szu non senta mai un vero e proprio legame con il padre, figura eterea. “All’inizio volevo scrivere un romanzo dal punto di vista del mostro [...] Poi ho deciso di cambiare la direzione del libro perché volevo raccontare la mostruosità dell’essere umano”. Non è un caso, infatti, che se Amisa nella trasposizione cinematografica usi la sua bellezza e il suo fascino per succhiare il sangue alle sua ignare vittime, nella realtà adoperi le stesse armi per spillare soldi a coloro che – ormai disperati e pronti a tutto – si rivolgono a lei e sua cognata Yunx ritenendola una medium dai poteri infallibili. Una narrazione nella quale nulla è lasciato al caso, neanche la descrizione di Singapore che si stacca dall’essere solo ambientazione per diventare coprotagonista. “La leggenda della Pontianak è legata a Singapore e a una rete di superstizioni e miti tramandati oralmente: scriverne è stato anche un modo di ricollegarmi alla cultura della mia città e di ripercorre le storie con cui sono cresciuta. E mi ha permesso di affrontare un tema che mi affascina, la paura”. Così come le protagoniste, anche la città Stato a sud della Malesia si caratterizza come una città aperta alle innovazioni occidentali ma al contempo strettamente legata alle sue tradizioni, legame imprescindibile e non recidibile anche per chi ormai, da anni non vi abita più.