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Max Gross, ritrovare la memoria con il sorriso

Autore: Guido Caldiron
Testata: Il Manifesto
Data: 28 gennaio 2022
URL: https://ilmanifesto.it/max-gross-ritrovare-la-memoria-con-il-sorriso/

L'intervista. Parla lo scrittore newyorkese che pubblica per e/o il romanzo d’esordio «Lo shtetl perduto». Il mondo degli ebrei dell’Europa orientale spazzato via dalla Shoah rivive in un moderno racconto yiddish. «Leggendo i libri sullo sterminio mi sono sempre chiesto: "Ma se una comunità si fosse salvata, celata sulla mappa?". E ne ho scritto la storia».

«Lo shtetl ebraico di Kreskol, sperduto tra le fitte foreste della Polonia orientale, ha perso da tempo ogni contatto con il mondo esterno. Questo ha consentito ai suoi abitanti di scampare alla Shoah che ha invece cancellato perfino le tracce della presenza degli ebrei da questa parte d’Europa. Sono sopravvissuti allo sterminio, di cui non hanno neppure avuto notizia, così come non sanno nulla della nascita dello Stato di Israele, del fatto che l’uomo ha messo piede sulla Luna o che ci si possa parlare a distanza attraverso i telefonini. Quando però una giovane del posto scompare, per fuggire da un matrimonio infelice, gli anziani del villaggio inviano sulle sue tracce il fornaio Yankel che finirà per scoprire come fuori dal recinto della sua comunità il Novecento ha fatto il suo corso e nello specifico ha assunto il volto non certo rassicurante della Polonia odierna. Ricreando con ironia e gusto del paradosso il clima di molti racconti della tradizione yiddish, il giornalista e scrittore newyorkese Max Gross, narra in Lo shtetl perduto (e/o, pp. 444, euro 19, traduzione di Silvia Montis) di come una comunità possa al tempo stesso comprendere che deve la sua salvezza al proprio isolamento e misurare tutta la vastità della tragedia che si è nel frattempo compiuta. È così con un sorriso amaro sulle labbra che si misura il proprio rapporto con la modernità e con il passato».