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“Padri e figli russi divisi dall’operazione speciale”

Autore: Michela A. G. Iaccarino
Testata: Il Fatto Quotidiano
Data: 22 marzo 2023

“Per ora il mandato di arresto dell’Aja per Putin è simbolico, ma, prima o poi, tutti i colpevoli dei crimini commessi verranno processati: in questa guerra, più di ogni altra, tutto è documentato”, dice Valerij Panjuskin, giornalista delle maggiori testate indipendenti russe oggi chiuse. Ha raccolto nella sua ultima opera, tra le macerie del conflitto, le storie dei sopravvissuti: “Non avrei mai immaginato di dover scrivere un libro del genere. La mia prima moglie è ucraina, anche la seconda. I miei migliori amici sono ucraini”.

Mosca ha attaccato Kiev il 24 febbraio 2022 ne “L’ora del lupo”, quella del sonno delle guardie di confine. Anche Russia ed Europa stanno dormendo?

Penso di sì. È il momento del sonno profondissimo, quando ti senti perso nella notte, ma è anche il momento dopo il quale ci sarà il sole, che già da un anno non vediamo più. Questo è di certo il momento più buio della storia russa.

“Papà, sono io la quinta colonna!”. Lo urla lei a suo padre nelle prime pagine del libro, quando gli sente ripetere frasi assorbite dalla propaganda russa: “Ucraini nazisti” e “aggressione Nato”. Come la sua famiglia, un’intera Federazione si è spaccata. In quante parti?

In tre: il 15% è contro la guerra, il 15% in suo favore, il resto della popolazione è più o meno come mio padre, ovvero uomini post-sovietici, incapaci di esistere per sé, che vogliono far parte di qualcosa di grande. Qualsiasi cosa, purché sia grande. Per loro è difficile capire che diverso non vuol dire nemico. Mio padre non vuole certo la guerra, quello che vuole è essere unito al popolo.

Lei ha raccolto le storie dei profughi, ma anche di moltissimi russi che aiutano gli ucraini a scappare.

Mi sembrava importante spiegare che la Russia non è un monolite. Quei pochi che dicono ‘n o’ combattono nel modo in cui possono. (...)