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Massimo Carlotto, un inferno chiamato Italia

Autore: a cura della redazione
Testata: Il Messaggero
Data: 29 maggio 2001

Chi ha detto che il delitto non paga? Paga eccome se sei tanto abile e furbo da non farti beccare. E trovi un ambiente, un contesto sociale abbastanza cinico e ipocrita da barricarsi dietro la cortina delle apparenze e chiudere gli occhi sui tuoi e i propri vizi. E’ la cupa morale dell’ultimo romanzo di Massimo Carlotto, lucido cronista della malavita made in Italy e delle sue trasformazioni. La storia ruota attorno alla figura di un ex terrorista che volta le spalle alla lotta armata per ricominciare senza più freni e illusioni una sua personale scalata verso la riabilitazione e il successo. Un percorso costellato di morti, tradimenti, violenza. Il protagonista è un uomo senza più bandiere che ha imparato ad uccidere, a simulare, a cogliere al volo le occasioni. Uscito di prigione si trapianta in una città del Nord-Est e comincia la sua escalation, prima come spalla di un ex galeotto che controlla giri di droga e prostituzione dietro la facciata di un night di periferia, poi mettendosi in proprio come gestore di un ristorante per vip.

Un solo obiettivo in testa: far soldi e recuperare una solida parvenza di rispettibilità. Ad ogni costo: raggiri, usura, stupri, delitti. La società che lo circonda non è certo migliore: poliziotti corrotti, cinici politicanti, affaristi ipocriti. Una discesa nell’inferno dell’Italia di oggi.