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Sandro Ferri, “I ferri dell’editore”: produrre i libri dagli anni ’70 agli e-book

Autore: Luigi Inter
Testata: Gruppo/i di lettura
Data: 5 novembre 2011

Questo piccolo libro di Sandro Ferri, I ferri dell’editore, ha due meriti.

Il primo riguarda le cose che ci dice, ci spiega e racconta.

Il secondo riguarda la decisione di Ferri (fondatore con la moglie Sandra Ozzola della gloriosa E/O e recentemente della Europa Editions) di distribuirlo come e-book (formato e.pub) al prezzo simbolico di 79 centesimi e senza Drm (il che ovviamente non significa che non ci sia diritto d’autore, semplicemente si è scelto di non introdurre barriere tecnologiche all’uso del “libro”).

Un libro breve, quasi un pamphlet, che intreccia osservazioni, storie, idee e esperienze personali di un “piccolo-grande” editore italiano con l’evoluzione dell’editoria oggi, in un momento cruciale di trasformazione del mercato, della lettura, della produzione culturale.

Ferri non vuole piacere a tutti i costi e non cerca di essere rassicurante.

Per esempio, la rivoluzione degli ebook e la presunta “libertà” del lettore di leggere finalmente quello che vuole, rischia, secondo Ferri, di diventare un incubo.

Di fronte a un’offerta potenzialmente infinita di libri autoprodotti il lettore si perderà, e trionferà la mediocrità. Uno scenario da incubo.

Solo una minoranza di autori riesce a creare un’opera che in qualche modo soddisfi anche solo una minoranza di lettori. L’editore sa che la letteratura non è il terreno della democrazia, se non in un’accezione meritocratica: è giusto che tutti abbiano l’opportunità di creare.

E’ questo il motivo per cui l’utopia dell’e-book che cancella gli ostacoli, il sogno della società senza editori, non potranno avverarsi se non nella forma dell’incubo della moltiplicazione della mediocrità, della confusione, della rinuncia a leggere.

Ma non è detto che debba finire così, ovviamente.

Ferri sostiene infatti che l’ecosistema della produzione di libri e della lettura si difende, con forza e forse con una buona probabilità di vittoria.
Una buona produzione di libri non può fare a meno di una mediazione intelligente: di editori, editor e librai, soprattutto, ma anche di critici onesti e preparati; capaci, tutti, in modo diverso, di senso critico e di scegliere, selezionare fra l’offerta potenzialmente immensa di scritti, e il lettore, al quale dovrebbe essere proposta  una selezione, sempre più accurata e severa, di libri.
Ma anche il lettore “media” fra la produzione e gli altri lettori.

Secondo Ferri, fra le diverse “letture” dei soggetti dell’ecosistema, sono proprie le letture dei librai e del lettore comune le più convincenti, quelle “più capaci di trasformarsi in una spinta decisiva per il successo del libro”.

- Il libraio: non certo il libraio indipendente dice Ferri, che è troppo debole e isolato; ma “le potenti catene librarie che hanno decine di negozi nel paese, ingenti risorse economiche e di marketing, spazi di vendita centrali e accoglienti, centinaia o migliaia di dipendenti che lavorano alla promozione e alla vendita dei libri. Quando uno di questi eserciti appoggia un libro i risultati  i vedono.”
- Il lettore: diventa forza di spinta di un libro quando si unisce ai suoi simili nella catena di lettori nota come ‘passaparola’.

I ferri dell’editore è anche un interessante racconto dell’esperienza diretta di Ferri e di Sandra Ossola con la loro impresa editoriale, specializzata, nei primi anni (durante i quali la sede dell’editore era il loro stesso appartamento), nella scoperta di scrittori e idee dei paesi dell’Europa comunista che a casa loro erano in difficoltà culturale e politica e in occidente venivano ignorati, perché veniva ignorata la vivacità culturale di una parte della società civile, vivacità nascosta dalla cappa di conformismo ufficiale, dalla sonnolenza burocratica e dallo stato di polizia.

Grazie a E/O abbiamo letto Milan Kundera, che ha anche diretto la collana praghese, e poi Bohumil Hrabal, Christa Wolf, Kazimierz Brandys, Christoph Hein, solo per citarne alcuni. Ma anche Thomas Pynchon è stato di fatto portato in Italia da E/O. E poi, come dimenticare Jean Claude Izzo (amato da molti lettori del blog), e moltissimi altri autori conosciuti e letti grazie a E/O (giuliaduepuntozero ci propone spesso autori pubblicati da questo editore).

Nel libro c’è molto altro che merita la lettura (si legge tutto in una sera) anche per i risvolti più interni al lavoro di editore. Per esempio sul ruolo degli editor, o su come vengono trattati i manoscritti di aspiranti scrittori (alla E/O vogliono una sinossi di una paginetta e le prime trenta pagine del romanzo che si propone).

Insomma ve lo consiglio!