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I ferri dell'editore - Sandro Ferri

Autore: Marina Lomunno
Testata: Temperamente
Data: 30 dicembre 2011

Devo confessarlo: l’interesse con cui mi sono sempre accostata alla storia dell’editoria, alle testimonianze degli addetti ai lavori e, in generale, ai ‘libri che parlano di libri’ è stato in parte offuscato, nel caso del libro di Sandro Ferri, dalle circostanze in cui l’ho conosciuto (e acquistato). Se n’è parlato, infatti, in uno degli incontri organizzati nell’ambito di ‘Più libri più liberi’, la fiera editoriale in cui a Roma, ormai da dieci anni, la piccola e media editoria italiana cerca il contatto col grande pubblico. Un contesto in cui, quest’anno, alla varietà dei volumi esposti e all’originalità con cui venivano pubblicizzati si è contrapposta, a mio parere, una generale inconsistenza degli incontri: difficile ascoltare interventi che andassero oltre il già detto e ripetuto; forte, d’altra parte, la sensazione di respirare aria fritta ad ogni passo.

Inevitabile, di conseguenza, chiedersi che cosa intenda fare davvero l’editoria indipendente per affermarsi in un mercato sempre più difficile. Al di là delle fiere, che non mancano di attirare pubblico ma che hanno ovviamente durata limitata, qual è la strategia da mettere in atto giorno dopo giorno per mantenersi a galla?

Qualche risposta la fornisce proprio il libro di Ferri, da trent’anni editore della casa editrice romana E/O e quindi grande conoscitore delle problematiche del settore: la differenza la fanno la qualità, la lungimiranza, l’esistenza di un progetto che renda riconoscibili. Le piccole e medie case editrici di qualità, anche quando non specializzate, posseggono una linea editoriale precisa, un’identità forte che nelle grandi realtà editoriali è scomparsa insieme alle personalità forti dei loro fondatori. L’editore vero cerca di contemperare le esigenze del mercato con la volontà di non essere solo un mediatore culturale, ma anche parte attiva nell’atto artistico: il suo catalogo è un’opera d’arte fatta di tante opere d’arte sapientemente scelte.

Il libro di Ferri è al tempo stesso testimonianza diretta della sua esperienza e manifestazione d’amore per un mestiere che mantiene intatto il suo fascino ed è ancora consapevole della sua importanza sociale, nonostante tutto. Certo, vien voglia di andare a rivedere il catalogo E/O, per trovare traccia degli aneddoti riportati dall’autore: aspetto forse non secondario nell’idea di pubblicare questo libro. Prevale, comunque, la possibilità di accostarsi alla sensibilità di un vero editore, capire i meccanismi della sua mente, le modalità della sua ricerca; infine, cogliere parecchi spunti di riflessione sull’editoria del futuro. A questo proposito, è probabile che Sandro Ferri si lasci prendere dal timore che evidentemente serpeggia fra gli editori tradizionali, costretti a misurarsi con gli esiti dell’affermazione sul mercato librario delle nuove tecnologie, e con la ‘minaccia’ rappresentata da Amazon. Scomparirà la mediazione dell’editore fra chi scrive e chi legge, in nome di una democrazia letteraria in cui tutti possono pubblicare di tutto, e a basso costo? In cui ogni lettore potrà scegliere tra milioni di testi scritti e circolanti in rete? Difficile da credere: il buon editore non si limita a ‘scegliere’ i testi, ma li migliora, fornisce loro una veste grafica, si occupa della loro diffusione. In altre parole, li rende riconoscibili nel mare magnum dei tanti, troppi testi pubblicati. Davvero possiamo farne a meno?