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La mia “Amica geniale”: cinque buoni motivi per leggere il romanzo di Elena Ferrante

Autore: Silvia De Bernardin
Testata: Caratteri fuori
Data: 11 dicembre 2014
URL: http://caratterifuori.com/l-amica-geniale-di-elena-ferrante-cinque-buoni-motivi-per-leggere-i-libri-di-elena-ferrante/

È risaputo: spesso gli incontri con i buoni libri sono del tutto casuali. Per me è stato così con L’amica geniale, di Elena Ferrante. Non avevo mai letto nulla di questa misteriosa scrittrice quando due anni fa per Natale mi hanno regalatoStoria del nuovo cognome, il secondo dei quattro volumi che compongono la saga di Elena e Lila pubblicata da Edizioni E/O. Per fare le cose per bene, sono andata in libreria, ho acquistato il primo libro, che dà il titolo all’intero romanzo, e ho iniziato a leggere. Tutto d’un fiato, proprio come accade in genere con i buoni libri. Per Storia di chi fugge e di chi resta, il terzo volume, ho dovuto aspettare con ansia un altro anno prima che fosse pubblicato e poi un altro ancora per Storia della bambina perduta, il quarto e ultimo libro della serie. Sono arrivata alla fine di questa avventura letteraria durata due anni pochi giorni fa. E già Elena e Lila mi mancano moltissimo. Ecco perché e quali sono i cinque buoni motivi per i quali bisogna leggere il romanzo di Elena Ferrante.

1. Quella di Elena e Lila è la storia di un’amicizia di una vita, che nasce tra due bambine in un rione popolare della Napoli della fine degli anni Quaranta e arriva fino ai giorni nostri. Ma è anche la storia del nostro Paese, che scorre sullo sfondo delle vicende delle due protagoniste dal dopoguerra a oggi, di un’Italia che in 6 decenni ha cambiato radicalmente costumi e abitudini, ma che per molti versi sembra non essere cambiata mai. Ho amato L’amica genialeperché ha dell’epopea, perché come accade solamente nei buoni libri la storia delle sue protagoniste è capace di svelare un mondo: raccontando di sé e di Lila la protagonista Elena racconta, in realtà, molto di noi italiani e della nostra Storia più recente.

“Andarsene, invece. Filare via definitivamente, lontano dalla vita che avevamo sperimentato fin dalla nascita. Insediarsi in territori ben organizzati dove davvero tutto era possibile. Me l’ero battuta, infatti. Ma solo per scoprire, nei decenni a venire, che mi ero sbagliata, che si trattava di una catena con anelli sempre più grandi: il rione rimandava alla città, la città all’Italia, l’Italia all’Europa, l’Europa a tutto il pianeta. E oggi la vedo così: non è il rione a essere malato, non è Napoli, è il globo terrestre, è’ l’universo o gli universi. E l’abilità consiste nel nascondere e nascondersi lo stato vero delle cose”.

2. L’amica geniale è anche un metalibro: un romanzo che parla dalla capacità di riscatto insita nella scrittura e nei libri. In modi diversi, Elena e Lila troveranno il proprio compimento di donne e di personaggi letterari nei libri e grazie ai libri, in un gioco ripetuto di rispecchiamenti tra loro stesse, la realtà e la finzione narrativa. Quella delle due bambine che leggendo Piccole donne sognano di diventare scrittrici è anche la storia di chi si salva grazie ai libri, di una restituzione alla vita che passa dalla letteratura.

“Eppure, mi figuravo, c’era l’eventualità che il suo nome, proprio ora che lei era una donna vecchia, o addirittura dopo morta, sarebbe rimasto legato a un’opera unica di grande rilievo: non le migliaia di pagine che avevo scritto io, ma un libro del cui successo non avrebbe mai goduto come io avevo fatto invece coi miei, e che tuttavia sarebbe durato nel tempo e sarebbe stato letto e riletto per centinaia di anni. Lila quella possibilità ce l’aveva, io l’avevo sciupata”.

3. La vicenda di Elena e Lila è una storia al femminile narrata in prima persona, capace di indagare con lucidità i meccanismi emotivi e psicologici più profondi dell’animo umano di donne e uomini. Non ci sono reticenze né di fronte ai sentimenti più gretti né, per esempio, nella descrizione della maternità, raccontata con franchezza e senza buonismi: le donne dell’Amica geniale sono madri ognuna a proprio modo, a seconda delle generazioni, dei temperamenti, dei contesti. Tutte ci provano, e su nessuna incombe un qualche giudizio morale. In questo senso, L’amica geniale è anche la storia ancora in divenire dell’emancipazione femminile e della ricerca di un equilibrio tra affermazione personale e vita privata.

“Il giorno dopo, mentre Piero era all’università, chiesi alla vicina di casa se mi teneva per qualche ora Dede ed Elsa. Lasciai sul tavolo di cucina le lettere che avevo preparato e me ne andai. Pensai: è in atto qualcosa di grande che dissolverà tutto il vecchio modo di vivere e io sono parte di questa dissoluzione. Raggiunsi Nino a Roma, ci vedemmo in un albergo a pochi passi dalla stazione. […] La mattina seguente, per la prima volta in vita mia, salii su un aereo”.

4. Questo romanzo è un successo editoriale internazionale tradotto in diverse lingue straniere e capace di vendere negli Stati Uniti tante copie quante in Italia. Qui da noi se ne è parlato poco, ma se è facilissimo imbattersi nella copertina dell’Amica geniale in molte vetrine delle librerie di New York e giornali comeTime, Guardian, Financial Times, New York Times hanno inserito più volte il romanzo tra i migliori libri degli ultimi anni, forse vale davvero la pena leggerlo per capire come mai.

“Stette zitta per un po’ a fissare l’acqua che brillava nella conca, poi disse: “Qualsiasi cosa succeda, tu continua a studiare”. “Altri due anni: poi prendo la licenza e ho finito”. “No, non finire mai: te li do io i soldi, devi studiare sempre”. Feci un risolino nervoso, poi dissi: “Grazie, ma a un certo punto le scuole finiscono”. “No, non per te: tu sei la mia amica geniale, devi diventare la più brava di tutti, maschi e femmine”.

5. L’amica geniale è un romano scritto benissimo. Sembra banale, ma non lo è affatto. La figura della sua autrice, Elena Ferrante, è avvolta nel mistero. Questo non è certo il suo primo libro (tra i vari romanzi c’è anche L’amore molesto, da cui Mario Martone ha tratto l’omonimo film), ma lei non si è mai mostrata in pubblico e nel corso degli anni ha rilasciato poche interviste. Non si sa bene chi si nasconda dietro allo pseudonimo di Elena Ferrante, se una donna o un uomo. C’è chi parla di una azzeccata mossa di marketing da parte dell’editore, Edizioni E/O, per aumentare la curiosità intorno ai propri romanzi. Potrebbe anche essere così, o forse no. In ogni caso, mi interessa poco: chiunque sia, Elena Ferrante ha il raro dono della scrittura destinata a durare. Proprio come avrebbero voluto Elena e Lila.

“C’entriamo sempre e soltanto noi due: lei che vuole che io dia ciò che la sua natura e le circostanze le hanno impedito di dare, io che non riesco a dare ciò che lei pretende; lei che si arrabbia per la mia insufficienza e per ripicca vuole ridurmi a niente come ha fatto con se stessa, io che ho scritto mesi e mesi per darle una forma che non si smargini, e batterla, e calmarla, e così a mia volta calmarmi”.

Se vi siete incuriositi e volete saperne di più di Elena Ferrante e dell’Amica geniale, vi consiglio di leggere anche la bella intervista che la scrittrice ha rilasciato pochi giorni fa al New York Times.