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Metti uno speziale nell''«Eco oscuro»

Autore: Enzo Verrengia
Testata: Gazzetta del Mezzogiorno
Data: 17 aprile 2016

Venezia dalle molteplici suggestioni, fra inngannevoli riflessi dei canali e labirinti di un'architettura sfuggente. Da Mann a Hemingway, e oltre, Daphne du Maurier e perfino Fleming, tutti i grandi autori finiscono per confrontarsi con la città sull'acqua. Nessuno però la racconta come Roberto Tiraboschi in La bottega dello speziale. Sceneggiatore di registi caratterizzanti (Cavani, Pontecorvo e Soldini, fra gli altri), l'autore va alle origini degli insediamenti lagunari e restituisce tutto quanto eroso dalla Storia, dal folclore e soprattutto dal turismo.

La Venezia di Tiraboschi appartiene a un Medioevo da tregenda. Chi ha rapito Costanza Grimani, rampolla di una famiglia illustre, nell'anno Domini 1118? Crimine non raro nella completa assenza di sicurezza a Venezia, degradata e fatiscente. L'unico capace di ritrovare la ragazza parrebbe lo scrivano Edgardo d'Arduino, che con lei intratteneva sedute di ricopiatura nella magione di famiglia. Intanto, sulla città incombe un altro enigma, il riaffiorare dalle acque del cadavere di una ragazza sparita molti anni prima, portentosamente conservato senza marcescenza. A Edgardo si aggiunge nelle ricerche Magister Abella... che è una donna, pratica di medicina anche forense, proveniente da Salerno. L'acume dello scrivano e il retaggio scientifico della dottoressa potrebbero comporre una versione in costume di CSI, ecc. Invece Tiraboschi prosegue sul binario della ricostruzione storica.

Il padre di Costanza, Tommaso, più che collaborare alle indagini, grava su Edgardo con la propria irruenza gentiliza. Lo scrivano a sua volta sconta la colpa di essere deforme. Questo dà al suo rapporto precedente con Costanza un aspetto che evoca l'amore impossibile di Quasimodo per Esmeralda. Ma qui la scomparsa proviene da un casato il cui buon nome deve uscire integro dalla vicenda, ad ogni costo.

Così le peregrinazioni di Edgardo e di Master Abella trascinano il romanzo da un capitolo all'altro con la frenesia di un volta pagine. Specie allorché ci si trova, con i protagonisti, a transitare tra gli alambicchi di Sabbatai, lo speziale del titolo. Presso di lui convergono le linee direttive dell'intrigo, a portata del lettore fin dall'inizio.

Anche se Roberto Tiraboschi compie un'operazione ben più raffinata del mystery, corredando il libro di un glossario che supporta la sua accuratezza nell'utilizzo della terminologia veneziana.