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Arrivederci amore, ciao

Autore: Salvatore Chianese
Testata: Thriller Cafè
Data: 4 maggio 2016
URL: http://www.thrillercafe.it/arrivederci-amore-ciao-massimo-carlotto/?utm_source=twitterfeed&utm_medium=twitter

L’esordio letterario di Giorgio Pellegrini, lo spietato personaggio creato da Carlotto come assoluto protagonista del male per raccontare il cuore nero del Nordest italiano. Massimo Carlotto non ha bisogno di presentazioni è il massimo esponente del noir mediterraneo e questo romanzo non fa altro che confermarlo. Dal libro è stato tratto anche il film omonimo diretto da Michele Soavi (2007). Nello scrivere questo libro Carlotto ha abbandonato ogni esitazione e si è immerso nel male più assoluto. I lettori della saga dell’alligatore, alias Marco Buratti, dimentichino subito il calvados, il blues malinconico o le battute sarcastiche tra i protagonisti, in Arrivederci amore, ciao non c’è spazio per l’ironia o il sentimentalismo ma solo per la crudeltà più feroce di una mente criminale. Solo così poteva nascere il personaggio di Giorgio Pellegrini un uomo che rinnega i suoi ideali giovanili per diventare un sadico criminale. Il giovane Pellegrini è un esponente della lotta armata finito nei guai per un attentato riuscito male in cui perde la vita un metronotte. Costretto a scappare in Centroamerica per sfuggire alla giustizia, decide di arruolarsi nella guerriglia rivoluzionaria, e lì che commetterà il suo primo omicidio; l’esecuzione a sangue freddo dell’amico fuggito con lui dall’Italia. Stanco della guerriglia e di ideali politici a cui non crede più, Giorgio vuole tornare in Italia a tutti i costi e per farlo non si fa scrupoli nel diventare collaboratore di giustizia e fare i nomi di tutti i suoi ex compagni. Scontato un breve periodo in carcere cerca di inserirsi nella società e fare soldi ma senza correre il pericolo di tornare in galera. La riabilitazione diventa la sua ossessione, così come la bella vita e per ottenerla si scontra con i personaggi più diversi del mondo del crimine e della società solo apparentemente per bene che cela, dietro una maschera di onestà, una realtà fatta di perversione e loschi traffici. Gli ostacoli verso la reintegrazione in società sono molti, e molte le persone pericolose che tenteranno di farlo fuori. Prima un boss della Sacra Corona Unita che gli aveva fornito il primo lavoro in un locale notturno, poi i malavitosi albanesi e infine un poliziotto corrotto che vuole solo manipolarlo. Tutti i suoi nemici però conosceranno la sconfitta per mano di quello che lui è diventato, un assassino sadico e senza scrupoli. La svolta decisiva per Giorgio avviene con l’incontro di Sante Brianese un avvocato cinico e scaltro pronto a trasformare un ex terrorista nell’elegante proprietario di La Nena, il ristorante più raffinato della città. Per completare il quadro del cittadino modello manca solo una cosa, il matrimonio con una donna irreprensibile, Roberta. Qualcosa però va storto e un ombra oscura dal passato torna a bussare alla porta di Giorgio, l’epilogo, tragico, si chiude sulle note di una canzone: Arrivederci amore, ciao… Un incipit folgorante con l’esecuzione di un soldato ai bordi di un fiume dove galleggia il cadavere di un alligatore… comincia così uno dei romanzi più belli e più duri scritti da Carlotto. Tutta la storia ruota intorno al protagonista, il cattivo per eccellenza Giorgio Pellegrini e le sue vicende sono narrate al ritmo serrato che caratterizza i libri di Carlotto, reso ancora più estremo in questo noir dallo stile vagamente americano dove le scene cruente si svolgono con travolgente rapidità e colpiscono per la truculenza della storia. L’ambientazione parte dal Centroamerica per passare da Parigi fino ad arrivare in Italia nel cuore di quel Nordest tanto caro all’autore. La narrazione, tutta in prima persona, rende efficace l’effetto di immedesimare il lettore nelle vicende attraverso gli occhi freddi e malvagi del protagonista. La storia di Giorgio Pellegrini segue il canovaccio di un romanzo di formazione grottesco dove un giovane entrato a far parte di un organizzazione terroristica, più per inclinazione alla violenza che per vero ideale politica, svolge un percorso che lo porterà a capire la sua vera natura: quello di un uomo egoista e prevaricatore che prova un piacere sadico nel sottomettere gli altri, e gode quando deve usare la violenza o ammazzare qualcuno ritenuto di ostacolo sul suo cammino. Il protagonista racconta le sue vicende, anche le più scabrose, con distacco e freddezza, senza cercare giustificazioni al fine massimo della realizzazione dei suoi obiettivi. Quello che invece colpisce è il mondo che gli sta intorno, impregnato di una corruzione dilagante, il sottobosco della criminalità del nordest dove convivono la malavita italiana e straniera, il traffico di droga, il gioco d’azzardo, la violenza e una prostituzione estesa su vasta scala e a tutti i livelli, da quella di strada a quella delle escort d’ alto bordo. Eppure tutti vogliono salvaguardare una facciata fatta di perbenismo e falsi moralismi. La scalata al successo del protagonista incontra infine il vertice del potere, rappresentato dalla figura di Sante Brianese, avvocato, ma sopratutto politico rampante, l’uomo giusto per coprire il suo lato oscura con una patinata immagine di copertina. Tra le righe i messaggi fatti passare dall’autore sono sopratutto due: Il fallimento degli ideali della lotta armata degli anni 70′ e il potere, quello vero, che si cela dietro le figure di uomini rispettabili come i politici, perché come sempre i veri burattinai sono quelli che non devono sporcarsi le mani. Uno dei migliori noir mai letti, duro come pochi, da leggere assolutamente.