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Albert Cossery

Autore: Tommaso Pincio
Testata: http://tommasopincio.splinder.com/
Data: 5 aprile 2009

Lo chiamavano il Voltaire del Nilo e fino a pochi mesi fa, quando è scomparso all’età di 95 anni nella camera di albergo che occupava da mezzo secolo, era una leggenda vivente. D’origine egiziana, Albert Cossery è stato l’ultimo reduce dei luminosi e mitici giorni in cui Parigi era ancora la capitale del mondo. Era amico di gente come Jean Genet e Albert Camus, e annoverava tra i suoi grandi ammiratori un certo Henry Miller. Si vantava di essere stato a letto con più di tremila donne. A un certo punto fu addirittura sospettato dagli americani di essere una spia. In realtà si limitava a trascorrere le sue giornate in compagnia dei dimenticati da Dio: ladruncoli, puttanelle, vagabondi, morti di fame. La crema dell’umanità, insomma. Non è stato un autore prolifico. Sfornava un libro ogni dieci anni. Diceva che per scrivere una frase gli ci voleva una settimana. Si vede che era troppo impegnato ad amoreggiare. Oppure a oziare, l’altro suo passatempo prediletto. Il poco che ha scritto, però, è tutta roba da leccarsi i baffi. A cominciare da Mendicanti e orgogliosi che, come quasi tutti i suoi libri, mette in scena un Egitto dei bassifondi assai diverso dalle piramidi bazzicate dai turisti. La storia ruota attorno all’omicidio di una giovane prostituta di un bordello del Cairo. A uccidere la ragazza è stato un ex professore di filosofia che, pur di restare uno spirito libero, ha scelto un’esistenza da straccione tossicodipendente. A condurre le indagini sarà invece un improbabile poliziotto omosessuale il quale passa al vaglio un composito stuolo di sospettati: storpi, spacciatori e sfigati vari tra cui anche il filosofo fumatore di hashish. Ne esce uno strano tipo di noir dove i personaggi sono troppo impegnati a galleggiare nella loro miseria per ribellarsi o anche solo pensare di riscattarsi in qualche modo. Un mondo dove il riso beffardo è la sola àncora di salvezza.