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Decidere di non vivere

Autore: Michela Zanarella
Testata: Periodico italiano
Data: 19 maggio 2016
URL: https://issuu.com/periodicoitalianomagazine/docs/pim19_maggio_giugno2016/1?e=3134654%2F33942707%3Fmode&backgroundColor=%23222222

(...) Di questo tema complicato ha deciso di parlarne Massimiliano Governi nel suo libro intitolato "La casa blu" (Edizioni e/o). Si tratta del racconto del viaggio di un padre che decide di partire per la Svizzera insieme al figlio adolescente per raggiungere un centro per suicidi assistiti. Il protagonista è un ex giornalista, che vuole realizzare un reportage sull'argomento (almeno questa è la versione che dà al figlio). Durante il tragitto nasce un fitto dialogo tra i due sul significato della rinuncia volontaria alla vita: un confronto che porta alla luce il disagio di un padre che fa uso di Xanax e soffre di depressione. Il giovane si rende così conto che il padre non sta andando in Svizzera per lavoro ma per porre fine alla propria esistenza. L'autore attinge a riferimenti di serie televisive come "True Detective", o alla musica con l'analisi del testo di "My Death" di David Bowie. Ci spiega così che cos'è il suicidio assistito, come si attua la procedura e perché la Svizzera è la meta scelta da tanti italiani per mettere fine al dolore. In sole centoquaranta pagine c'è una riflessione quanto mai autentica sull'argomento, sul senso della paternità e sulla fragilità umana. Non c'è inganno o fraintendimento verso il lettore, ma è come se chi legge fosse un terzo personaggio seduto nel sedile posteriore di quella macchina in viaggio verso la Casa blu. Questo breve romanzo mette il lettore di fronte a un tema che in Italia è spinoso e problematico e lo lascia libero di scegliere e di farsi un'opinione, senza arrivare a strumentalizzazioni. Una storia per certi versi estrema, dove le parole conquistano ritmo, potenza e consentono di capire meglio chi sceglie il fine-vita. Un percorso da ascoltare senza troppi pregiudizi. Il libro è dedicato a Pietro D'Amico, magistrato calabrese, e a Piera Franchini, malata terminale, che hanno scelto il suicidio assistito in Svizzera.