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Arrivederci amore, ciao. Il noir del nord-est di Massimo Carlotto

Testata: Diario di Rorschach
Data: 4 giugno 2017
URL: https://diariodirorschach.com/blog/2017/06/03/arrivederci-amore-ciao/

Il noir è un genere letterario che in Italia si è adattato particolarmente bene grazie all’unione fra i diversi scenari proposti dalla nostra penisola e le ambientazioni dei racconti.

Fra i tanti romanzi che il nostro Paese ha “sfornato” in questa categoria , quello che maggiormente riesce ad associare le peculiarità di un determinato luogo con la decadenza di una società fondata sull’apparire è, senza dubbio, Arrivederci amore, ciao di Massimo Carlotto.

Edito e/o, il lavoro di Carlotto, da cui è stato tratto anche un film diretto da Michele Soavi (2007), intreccia diversi elementi che da un lato tendono a creare un nuovo tipo di noir, fondato non tanto sull’azione investigativa quanto sulla presenza di una sorta di antieroe, e dall’altro portano alla luce uno spaccato tra società odierna e “abitudini” tipiche dell’italietta di tutti i giorni.

Riassumibile con un verso della canzone Stagioni di Guccini (I compagni di un tempo, o partiti o venduti), Arrivederci amore, ciao non solo cerca di far emergere il “vizio italico” del cambio repentino di prospettiva, in base ad opportunità del momento, ma anche una tendenza dell’uomo di oggi a prevalere sui propri simili, con qualsiasi mezzo e a qualunque costo, per emergere in un mondo fondato esclusivamente sull’apparenza.

La trama narra le vicende di Giorgio Pellegrini, ex membro della lotta armata che per un attentato finito male, in cui perde la vita un metronotte, è costretto a scappare in centroamerica dove abbraccia la causa della rivoluzione armata.

Stanco di quella condizione, decide di riprendere in mano la sua esistenza attraverso un lento processo di riabilitazione personale, che comincia con l’omicidio dell’amico scappato con lui tra i guerriglieri, per far parte dei vincenti della terra.

Parte così un piano diabolico che prima lo porta a denunciare tutti i suoi ex compagni, scongiurando il carcere e una pena maggiore, e poi a tentare di imporsi, per emergere nella scala gerarchica del nord-est, con qualsiasi mezzo contro tutto e tutti.

La sua scalata, divisa fra alti e bassi, si incrocia, però, con personaggi al di sopra delle righe, come il poliziotto corrotto Anedda o l’avvocato Sante Brianese (che lo aiuterà nel processo di reintegro nella società), che lo renderanno un vero e proprio criminale nel privato e, allo stesso tempo, uno stimato e tranquillo cittadino, proprietario di un locale alla moda, nel pubblico.

Arrivederci amore, ciao è un romanzo particolare, unico nel suo genere, che riesce a costruirsi un mondo a sè stante e, contemporaneamente, ad analizzare una realtà in continuo cambiamento in cui l’essere e il denaro prevalgono su qualsiasi altro tipo di valore nella quotidianità.

Al contrario del classico noir, il romanzo oltre a non mettere al centro la figura dell’investigatore, magari sui generis, o del poliziotto senza scrupoli, esalta un personaggio che rappresenta l’essatto contrario e che, nel prosieguo della storia, intraprende un cammino che lo porta sempre più verso quella borghesia contraddistinta da virtù pubbliche e vizi privati.

La scelta del luogo, inoltre, non è puramente casuale in quanto, rappresentando l’area maggiormente sviluppata dal punto di vista economico, incarna quel territorio contraddistinto dal “sogno italiano” dove chiunque, anche coloro che hanno condotto una vita non proprio edificante, possono facilmente raggiungere il vertice della pirmide gerarchica.

A tutto ciò, infine, Arrivederci amore, ciao associa anche un ulteriore aspetto: la prevaricazione sugli altri ad ogni costo per raggiungere il proprio scopo.

Questo aspetto, che raggiunge il suo apice nella perfetta chiusura del romanzo, mostra come negli anni, oltre a rinnegare il passato per interessi personali, l’uomo tende sempre più a sopraffare il prossimo per figurare tra i, falsi, vincenti di una società priva di qualunque scrupolo.