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L'estate nei romanzi

Autore: Ida Bozzi
Testata: Corriere della Sera - La Lettura
Data: 2 luglio 2017

L'estate è un personaggio. Quando Tom Joad, uscito di prigione, salta giù dal predellino del camion e immerge «con sollievo i piedi sudati nella tiepida polvere asciutta», non è solo l’eroe di Furore a entrare in scena. Arrivano con lui la fine di giugno, le stoppie riarse, le cavallette, la tartaruga rinsecchita sull’argine, il sole immobile e un salice magro con un’«ombra indecisa»: è l’estate di John Steinbeck, che mette sete come quella vera.

In giorni in cui si leggono liste di romanzi da ombrellone, viene voglia di chiedersi: ma l’estate, nei romanzi, c’è? E com’è? È un tempo estremo, meteorologico ed esistenziale: feroce come in Steinbeck (anche Uomini e topi si consuma d’estate), laida come in Lolita di Nabokov, sanguinosa come nel Grande Gatsby di Fitzgerald, eroica come in Sostiene Pereira di Antonio Tabucchi. Dice Lucrezio nel suo De rerum natura che ogni elemento della vita ha il suo tempo, «in primavera la rosa, d’estate il frumento, d’autunno le viti», così, se un romanzo si svolge d’estate, è certo che un apice è raggiunto, il grano è maturo, le sfumature scompaiono e tutto si compie, passioni, annichilimento, delitto, orrore, sublime bellezza. E niente sarà più come prima.

(...) Ricerca di identità sessuale che è protagonista anche de Le coincidenze dell’estate, nuovo romanzo di Massimo Canuti in cui è Milano lo sfondo estivo per il giovane Vincenzo.