Login
Facebook
Twitter
Instagram
Newsletter

«La stagione dei tradimenti» di Philippe Georget

Autore: Alessandra Stoppini
Testata: Sololibri
Data: 2 agosto 2017
URL: http://www.sololibri.net/La-stagione-dei-tradimenti-Georget.html

“Variazioni sull’adulterio e altri peccati veniali” è il sottotitolo del volume “La stagione dei tradimenti” (E/O, 2017, titolo originale Méfaits d’hiver, traduzione di Silvia Manfredo), terzo romanzo dopo “D’estate i gatti si annoiano” (2012) e “In autunno cova la vendetta” (2013) dell’autore francese Philippe Georget, nato a Épinay-sur-Seine nel 1963, che vede protagonista Gilles Sebag.

“Si alza il vento!... Bisogna tentar di vivere!” è il significativo esergo tratto dal poemetto Il cimitero marino di Paul Valéry della nuova avventura del malinconico e sagace poliziotto che è valsa al bravo autore il Prix Méditerranée Roussillon 2016 e il Prix Virtuel du Roman Policier 2015.

Mancavano pochi giorni a Natale a Perpignan, capoluogo del dipartimento dei Pirenei Orientali nella regione della Linguadoca–Rossiglione e capitale della regione storica della Catalogna del Nord. Rischiarata dalla luce carezzevole dell’inverno, la piana del Roussillon spandeva paesini, vigne e frutteti fino al mare. Il soffio austero della tramontana ruggiva attorno alla cappella Sant Martì cercando un corpo da afferrare. Il tenente di polizia Gilles Sebag si appoggiava contro le mura vetuste contemplando il paesaggio ai suoi piedi. Sebag amava quella regione,

“quella terra di mezzo tra Francia e Spagna, né completamente Francia, né completamente Spagna, in realtà un mondo a sé stante”. Erano sette anni che Gilles viveva lì insieme alla moglie Claire, insegnante di scuola media e ai loro splendidi figli: Léo di sedici anni e Séverine che ne aveva quasi quattordici. Gilles Sebag, immigrato volontario, aveva imparato ad apprezzare l’anima e il cuore di quel paese catalano caloroso e fiero, forgiato dalle frontiere e dall’esilio, scolpito dalle moine del sole e dagli affronti del vento. Ora il cuore del tenente era in inverno: l’uomo aveva appena avuto conferma da Claire che la donna aveva avuto una breve relazione extraconiugale. Anzi

“una piacevole parentesi”. Dunque il suo intuito non si era sbagliato, del resto il suo capo e i suoi colleghi lodavano ogni giorno il fiuto leggendario. L’estate passata, Gilles Sebag aveva sorpreso la moglie in flagrante delitto di menzogna, poi vi erano stati altri segnali inquietanti, eppure Claire era tornata dalla vacanza in crociera con le amiche più innamorata che mai e tutti i segnali che prima avevano fatto preoccupare Gilles, erano svaniti all’istante. Fino a quei due SMS inviati al cellulare di sua moglie, riposto nella sua borsa aperta, che aveva rappresentato una tentazione irresistibile per Sebag, che si faceva un vanto di non aver mai spiato la consorte. Gilles aveva letto entrambi i messaggi.

“Non c’era più alcun dubbio. Sentì come uno strappo alla pancia, una crepa improvvisa nella sua vita. Il mondo era appena crollato”. Dicembre è un mese crudele per Gilles Sebag, costretto a vivere la stagione dei tradimenti non solo a casa propria ma anche nella sua professione svolta con scrupolo e passione. A Perpignan, la più catalana delle città francesi, l’ultima grande città prima della frontiera spagnola e ponte di collegamento protetto tra Barcellona e il sud della Francia, sembra essersi abbattuta una vera e propria epidemia di adulteri che finiscono inesorabilmente in tragedia. Nel cuore di una privilegiata cornice naturale, ai piedi dei Pirenei e a pochi chilometri dal mare, Georget ambienta le umane vicende di uomini e donne fallibili, che sanno che l’amore non può essere un lungo fiume tranquillo.

“Restava un torrente impetuoso dai flutti vorticosi. Gilles non invidiava affatto le coppie senza storie, senza tempeste, senza tentazioni. Vivevano più di comodità che d’amore”. Sempre molto bella e incisiva la figura di Gilles Sebag, che

“non conduceva mai un’indagine freddamente. Al contrario, ci metteva sempre del sentimento. Ed era proprio quell’empatia, per le vittime come per i colpevoli, che faceva di lui un bravo poliziotto”.