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Shahrazaad a Parigi

Autore: Angiola Codacci-Pisanelli
Testata: L'Espresso
Data: 22 ottobre 2017

Nella sala d'attesa dell'ambulatorio per la procreazione assistita di un ospedale di Parigi una donna rievoca la vita sua e della sua famiglia. Sembra la trama della solita "saga famigliare". Invece "Disorientale" di Négar Djavadi (edizioni e/o, traduzione di Alberto Bracci Testasecca, pp. 325, €17,50) è un romanzo travolgente, che intreccia le avventure della famiglia Sadr a cent'anni di storia dell'Iran e quindi del mondo intero. E nel farlo tocca con profondità grandi temi di cronaca: dal dramma di chi non riesce ad avere figli alle difficoltà degli emigranti, che per integrarsi devono prima «disintegrarsi» dal paese d'origine. Perché la donna nella sala d'attesa è diversa da quelle che la circondano. Non solo è nata in Iran dal «Sacharov iraniano» ed è emigrata in Francia da bambina. Ma nasconde un segreto che il lettore comincia a immaginare a poco a poco. Dietro alla maestria con cui la Djavadi - anche lei nata in Iran da una famiglia di dissidenti, sceneggiatrice e regista al primo romanzo - racconta «storie che come matriosche si intrecciano su altre storie», c'è il modello delle "Mille e una notte": non quelle "normalizzate" che abbiamo letto noi ma quelle vere, che la protagonista a Teheran sentiva «dalle voci possenti dei cantastorie». Come Shahrazaad, l'autrice svela un segreto solo quando ne accenna uno nuovo. E il lettore ogni notte grazia il suo libro, resiste alla tentazione di passare a un thriller qualsiasi, aspetta con curiosità il nuovo capitolo.