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La Maremma di Naspini come la Napoli di Ferrante

Autore: Stefano Feltri
Testata: Il Fatto Quotidiano
Data: 21 febbraio 2018

La casa editrice E/O ha in catalogo molti ottimi libri ma soltanto un autore best seller internazionale: la misteriosa Elena Ferrante. O almeno finora è stato così, perché il 28 febbraio uscirà un romanzo che potrebbe replicare il successo della autrice senza volto della quadrilogia L’Amica Geniale. Questo nuovo romanzo si chiama Le Case del Malcontento, 457 pagine, di un autore italiano dal nome esotico, Sacha Naspini da Grosseto, 42 anni, foto da Corto Maltese sul sito che si è costruito per il lancio del libro. Da mesi la casa editrice E/O manda comunicati stampa quasi quotidiani per annunciare l’imminente arrivo del tomo, il progetto di narrativa più ambizioso da molto tempo, spiegano. E così, un po’ per sfinimento un po’ per curiosità, leggere le bozze prima e la copia definitiva poi diventa quasi inevitabile.

LE CASE del malcontento è un romanzo-mondo, ma non nel senso di quei torrenziali malloppi da migliaia di pagine che ora sono un po’ di moda, dove l’autore sfoga una vita di passioni e pensieri spesso irrilevanti. È un romanzo-mondo perché Le Case è un piccolo paese della Maremma che per quasi tutti i suoi abitanti coincide con il mondo intero. Anche quelli che sono andati lontano, poi sono tornati, increspature in un equilibrio tanto apparente quanto difficile da scalfire. Ed è un mondo perché tra le sue strade si dipanano tutte le storie, nelle vite minime eppure mai banali dei suoi abitanti. Ogni capitolo è un personaggio, una voce, una prospettiva sul paese e sulla stessa storia, che è una storia collettiva di amori, segreti, anche omicidi. Ed è una storia condivisa di cui tutti sono protagonisti e comprimari: ciascuno porta il suo punto di vista, spesso incompatibile con quello degli altri ma non per questo meno vero o legittimo. Una verità sola non c’è ed è per questo che il libro è tutto in prima persona, nessun narratore onnisciente ci dirà mai chi ha ragione, chi è davvero meschino e chi davvero nobile e generoso.

A Le Case è tutto immobile, c’è una superficie di ripetizione, sulla quale si consumano ogni giorno gli stessi riti e dove ogni abitante del paese interpreta il proprio ruolo. C’è la Giovannona, zitella obesa e ansimante su cui si può scherzare perché tanto non se la prende, c’è Filippo Nescioni di professione nullafacente, trattato come “un rintronato di paese” anche se, “si fa presto a dire che uno è scemo, magari un giorno lo capiranno che a forza di fare il tonto ci si guadagna anche”, come ci informa lui stesso quando l’autore, Sacha Naspini, gli concede quell’attenzione e tempo di parola che nel paese di Le Case tutti gli hanno sempre negato. Il dottor Emilio Salghini è il medico della comunità, stimato e rispettato, nessuno potrebbe mai immaginare quello che gli passa per la testa mentre consiglia al paziente, con un fatalismo che nasconde compiacimento, di rassegnarsi all’inevitabile caducità della vita. Perché il dottor Salghini, più di ogni altro, ha chiaro che quel piccolo paese all’apparenza così placido “è un mostro che ingrassa a ogni nostro respiro” e che “quando ha fame, scuote la terra in cui è scavato per farci venire i sudori freddi e il cuore forte”.

LE CASE DEL MALCONTENTO ricorda una versione più complessa e articolata della Antologia di Spoon River: la compassione con cui l’autore restituisce dignità a chi mai l’ha avuta o rivela le piccolezze di chi invece ha beneficiato di troppi onori è la stessa. Ma i personaggi di Edgar Lee Masters “dormono sulla collina”, come cantava Fabrizio De André e presentano il bilancio della loro vita ormai conclusa, quelli di Sacha Naspini sono vitali, non c’è mai nulla di concluso, nulla è mai davvero passato, ferite e amori si perpetuano in quel tempo che lontano dalla vita delle città scorre in modo diverso.

Sacha Naspini non è un esordiente. Il suo primo romanzo – L’Ingrato – è del 2006, uscito prima per le edizioni Effequ e poi per Il Foglio. Poi I Cariolanti per Eliot e un romanzo storico per Rizzoli su Giovanni delle Bande Nere, ma Le Case del malcontento è di gran lunga il suo progetto più ambizioso. Questo suo nuovo romanzo ha tutte le caratteristiche per diventare davvero “la nuova Ferrante”, un altro miracolo E/O, racconta un’Italia che gli italiani hanno dimenticato ma che piace a quel pubblico internazionale che si è innamorato dell’Amica Geniale. Oppure passare inosservato. Ma le dinamiche dell’editoria sono imperscrutabili, magari sarà solo una meteora sugli scaffali per finire poi sulle bancarelle “tutto a 2 euro”. Ma sarebbe un peccato.