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Il viaggiatore e il chiaro di luna

Testata: Sentimentalibri
Data: 13 marzo 2018
URL: https://sentimentalibri.wordpress.com/2018/03/13/il-viaggiatore-e-il-chiaro-di-luna/

Anni 30’. Inizia a Venezia la storia di un viaggiatore, Mihàly, giovane uomo d’affari ungherese, che si reca in Italia in viaggio di nozze con la moglie Ezsri.

Ma profeticamente poche sere dopo il loro arrivo esce da solo e si perde tra le calli rapito da un senso di mistero e di estasi. “ Le calli erano molto strette…se allargava le braccia riusciva a sfiorare le file di case sui due lati del vicolo; dietro le mura di quelle case silenziose dotate di grandi finestre- pensò- sonnecchiavano le vite misteriosamente intense degli italiani..Quale strana magia, quale estasi l’aveva rapito e trascinato in mezzo alle calli? ”

Il protagonista durante il viaggio si allontana sempre più dal suo presente, dalla moglie, dalla carriera nell’azienda di famiglia che si è costruito negli anni, ed incontra sia fisicamente che mentalmente i fantasmi del suo passato. E’ così che Mihaly torna alla sua giovinezza, alla sua frequentazione con i giovani Tamàs e Eva Ulpius con cui ha vissuto momenti di intensa felicità e perdizione: fratelli che vivevano in una casa museo in cui rappresentavano la propria vita come una continua messinscena teatrale. I caratteri si adombrano gradualmente, e ci trascinano in un’atmosfera cupa e surreale, che fa spazio alle nevrosi e ossessioni del protagonista.

“la coscienza di essere votato alla perdizione fu il sentimento più forte che mi accompagnò nella seconda metà degli anni trascorsi insieme agli Ulpius. Sto precipitando verso la mia rovina” ripetevo a me stesso , soprattutto quando bevevo. Avevo l’impressione di restare escluso per sempre dalla vita ordinaria degli uomini ordinati, temevo di diventare l’esatto contrario di ciò che mio padre si sarebbe aspettato. Ma nonostante i tremendi rimorsi di coscienza amavo quel tipo di sensazione.”

Mihaly lascia la moglie Ezsri, abbandonandola su un treno, e continua ad errare da solo seguendo le sue sensazioni e ossessioni.

Ed è in Italia che si compie il suo viaggio, tra la Toscana, l’Umbria ed infine Roma. Un Italia teatrale che fa da scena agli incontri con i suoi fantasmi e con gli amici del passato, il frate Ervin, Il perfido Janos ed infine la tanto amata Eva Ulpius.

Non è l’amore classico quello che lo lega ad Eva, è un sentimento di perversa attrazione “Io ti amo perché mi appartieni, lei perché non mi apparteneva- amare te mi infonde sicurezza e forza, amare lei mi umiliava e distruggeva…Avevo la sensazione che le nostre antiche messe in scena diventassero realtà, potevo finalmente annichilirmi in un lento e supremo epilogo. Mi annullavo per causa di Eva, a mezzo di Eva, come quando recitavamo nei giochi dell’adolescenza”

Un libro che mi è piaciuto moltissimo e che mi ha ricordato le atmosfere decadenti di Huysmans in “A’ rebours”.

L’autore, Antal Szerb, è uno storico e teorico ungherese morto a soli 43 anni, nel 1944 ai lavori forzati a Belf.