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Si scioglie: L’Inesorabile Grazia di Lize Spit

Autore: Mara Ricci
Testata: Players
Data: 7 maggio 2018
URL: http://www.playersmagazine.it/2018/05/07/si-scioglie-linesorabile-grazia-lize-spit/

Ho sempre pensato che il gesto più intimo possibile tra due persone è il prendersi per mano, non solo tra innamorati per esprimere tenerezza, sentimento e appartenenza, ma anche tra genitori e figli per protezione e affetto, così come tra amiche: le bambine si tengono spesso per mano per complicità, gioco, dolcezza, anche se crescendo si perde questa abitudine, quasi istintiva. E poi c’è quel particolare prendersi per mano, quando uno dei due conduce non semplicemente facendo strada, ma instaurando un contatto, come a voler trasferire la propria sensibilità all’altro per metterlo nella condizione di capire quello che verrà mostrato. Quest’ultimo tipo di contatto è quello che troverete leggendo Si scioglie di Lize Spit.

La protagonista, Eva, ci prende per mano e ci fa strada all’interno dell’estate del 2002, il momento che dividerà la sua vita tra un prima e un dopo. Nel seguirla da vicino, quella di Eva è una mano che stringiamo sempre di più mentre siamo con lei a scuola, in famiglia, in compagnia degli amici d’infanzia. Più siamo con lei, più quella mano vorremmo tenerla ancora più forte: a volte per farle coraggio, altre per strattonarla e tirarla indietro, quasi sempre nel tentativo di trasformare quel contatto in un abbraccio. Ma quella di Eva è una conduzione implacabile, così come la storia raccontata con una schiettezza disarmante e una naturalezza che incanta.

La narrazione si snoda attraverso due piani temporali, quello attuale scandito dalle azioni che Eva, quasi trentenne, compie nell’arco di una giornata, e quello relativo all’estate del 2002 quando si sono prodotti gli eventi che hanno portato Eva alle decisioni del presente.

La cittadina belga in cui è ambientata gran parte della vicenda è un paese privo di attrattive, una comunità piccola, nessun punto o motivo di aggregazione sociale al di fuori della scuola e della chiesa, tanto per gli adulti quanto per i ragazzi. Una “pozza” in cui nuotare e una fiera annuale quale unica deroga alla routine. La famiglia di Eva non può dirsi povera, in casa c’è appena il necessario, ma due genitori alcolisti e un padre con tendenze suicide proiettano un’aura di miseria umana e desolazione affettiva. Per evadere Eva ha solo la compagnia di Pim, il figlio dell’agricoltore, e Laurens, il figlio del macellaio.

“I tre moschettieri”, come il trio si fa chiamare, sono gli unici nati nell’88 e questa coincidenza anagrafica li ha portati a far gruppo da sempre, anche se i ruoli sono chiari: Pim è il leader, Laurens il gregario ed Eva l’unica ragazza che i due vedono come un compagno di spogliatoio, più che come una femmina.

Il sesso è l’argomento e la pulsione preponderante per ogni adolescente e Pim e Laurens non fanno eccezione. La curiosità legittima e naturale qui però si sviluppa in un ambiente culturalmente avvilente, affettivamente povero e inadeguato nel permettere la nascita di un qualsiasi accenno di consapevolezza sessuale. Con queste premesse, in un posto che non ha nulla da offrire, l’attrazione verso il sesso e il corpo delle ragazze da parte di Pim e Laurens diventa crudelmente un passatempo e un mezzo per riempire le giornate.

La sessualità così privata di ogni valenza affettiva, e slegata da qualsiasi nozione di intimità, è ridotta a curiosità animalesca e gioco triviale. Eva si presta a essere spettatrice e complice per un malriposto senso di lealtà, per un debole verso Pim, per mancanza di amicizie femminili: le compagne la fanno sentire inadeguata, e la ragazza che per qualche mese è stata la sua migliore amica ha perso interesse nei suoi confronti. Le adolescenti sanno essere ciniche e spietate, in competizione tra loro piuttosto che compagne nel momento più delicato di transizione femminile.

E noi, attraverso Eva, osserviamo e partecipiamo sempre più catturati da un racconto intimo e inesorabile, ma anche pungolati nella curiosità di conoscere la Eva adulta e i suoi piani di vendetta perché, se la protagonista ci tiene per mano, la prosa di Lize Spit ci ha in pugno.