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Turchia, processo-farsa contro uno scrittore

Autore: Maria Camilla Brunetti
Testata: Il Reportage
Data: 17 luglio 2018

Il 16 febbraio 2018 Ahmet Altan – scrittore e giornalista nato nel 1950 e figlio del grande intellettuale Çetin Altan – è stato condannato all'ergastolo. Altan, insieme al fratello Mehmet – storico e a sua volta prominente intellettuale – e alla giornalista Nazh Ihcak sono stati accusati del "tentativo di rovesciare l'ordine costituzionale" ai sensi dell'articolo 309 del codice penale turco. Da sempre molto critico nei confronti della politica del presidente Erdogan, Altan si trovava già in carcere con l'accusa di avere appoggiato il fallito colpo di Stato avvenuto in Turchia il 15 luglio 2016. La condanna è seguita a un processo durato mesi, durante il qualche l'accusa ha confermato che Altan, il fratello e decine di altri giornalisti e membri della stampa turca, inviavano "messaggi subliminali" attraverso apparizioni televisive e colonne di giornali grazie alle quali sollecitavano il rovesciamento del governo e che mantenevano i contatti con la rete di Fethullah Gülen, la quale avrebbe orchestrato il colpo di stato.
Per la liberazione di Altan si sono mobilitati scrittori e intellettuali in tutto il mondo. Tre manifesti per la libertà, in cui Altan scrive la sua memoria difensiva, tratta proprio della scomparsa dello stato di diritto in Turchia, di come il processo a lui intentato sia una farsa, di come i pubblici ministeri manchino di prove a carico degli imputati e si servano di supposizioni, congetture e illazioni. Descrive quello che avviene in un paese come la Turchia in cui la parola giustizia non ha più alcun valore perché la democrazia non esiste e dove un imputato può essere impunemente condannato all'ergastolo in assenza assoluta di giuste prove. La Turchia è oggi il paese del mondo con il più alto numero di scrittori e giornalisti in carcere. Altan in questo testo smonta passo per passo le accuse a suo carico sostenute dal pubblico ministero e rende evidente a quali soprusi e ingiustizie siano costretti i cittadini quando gli organi di giustizia divengono propaganda di un potere assoluto.
"Sono entrato nei più minuti dettagli – dice – perché voglio che tutti capiscano la temerarietà con cui questo pubblico ministero e i suoi simili hanno oscurato la vita dei cittadini, e quanto abbiano abusato del proprio potere. Voglio che tutto venga documentato in vista del giorno in cui la legge si risveglierà".