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Gaetano Cappelli

Testata: Facebook
Data: 26 luglio 2018

questo è un libro che non dovrebbe piacermi ma è bellissimo. non dovrebbe piacermi perché racconta di una famiglia di pollicoltori - che mestiere teribbile! - massacrata durante una rapina. della fine, che non dirò, degli esecutori della strage - due criminali slavi - e di varie altre sciagure, perché è di un noir che si tratta: il genere più amato dagli italiani e che io solitamente evito, sebbene proprio con un noir abbia esordito.

ma allora perché “il superstite” di Massimiliano Governi è un gran romanzo? perché é assolutamente centrata la figura dell’unico figlio sopravvissuto alla strage e il racconto di come poi la sua vita abbia virato, in una sorta di progressivo abbandono della realtà, verso quella zona che sconfina nel sogno. e tutto questo in una lingua basica - quella che può avere un allevatore di polli, appunto - ma esatta, precisa, di assoluta presa sulla realtà. “mentre il bandito cominciava a parlare nella sua lingua fastidiosa, molesta e spinosa”. “ di nuovo è calato il silenzio come un tuono”. con frasi comunque bellissime. “gli occhi di mia madre, strani, magnifici, trangolari, con i vertici in alto, che rendevano grandi e innocenti, soprattutto quando voleva sembrare offesa”.

nella bandella si fa riferimento al capote di a sangue freddo; ammé viene in mente invece lo straniero di camus.per tutti quelli che non ne possono più dei vari commissari maccaroni e gomorroidisti sanguinanti e vogliono ossigenarsi nella zona alta della letteratura.

Gaetano Cappelli