Consigliatomi dal mio amico scrittore Nicola Ronchi, durante il nostro annuale incontro estivo in quel di Albinia, "Le case del malcontento" mi ha da subito ispirato, sia per il titolo evocativo che per la trama stessa.
Già dalle prime pagine ho capito di trovarmi di fronte a una sorta di Andrea Vitali della Maremma:
un romanzo corale, ambientato in un piccolo borgo di provincia, che ha come protagonisti i personaggi tipici del paesello, quali il parroco, il medico di famiglia, lo scemo del villaggio, la fattucchiera, il bottegaio, la moglie fedigrafa, il marito cornuto etc. etc...
Ma Sacha ha qualcosa in più dell'esilaranza del Vitali, così come "Le case del malcontento" è molto di più di un semplice romanzo corale.
E' un racconto onirico e surreale, ma anche un thriller psicologico con venature noir che sfumano, a tratti, nel grottesco.
Ambientato a Roccatederighi, una frazione collinare del comune maremmano di Roccastrada, nel grossetano (che nel libro prende, però, il nome di "Le Case"), narra fatti realmente accaduti (come la strage nella miniera di Ribolla, nel maggio del 1954), ad altri, ovviamente e per fortuna, puramente di fantasia.
Ogni capitolo sostiene il punto di vista, in prima persona, di uno degli abitanti del villaggio.
Quindi può capitare che uno stesso episodio venga presentato da più prospettive ma con ottiche completamente differenti.
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Ogni personaggio, nel bene e nel male (soprattutto nel male!), ha qualcosa da nascondere e, a Le Case, niente è come sembra.
Un pò come gli abitanti di Twin Peaks, nessuno degli appartenti a questo minuscolo borgo maremmano può dirsi esente da scheletri nell'armadio, da manie, fissazioni, perversioni talvolta al limite del patologico. e a più di uno di loro sembra proprio mancare qualche rotella nel cervello.
Condisci il tutto con un pizzico (facciamo anche due!) di malignità e pettegolezzo, che in ogni paesino che si rispetti non può mancare, ed il gioco è fatto.
Scritto con uno stile diretto e informale, con più di una venatura dialettale,
a tratti divertente ed esilarante, a tratti più cupo ed introspettivo, con passaggi che sfiorano il pathos,
pagina dopo pagina, scopriamo qualche tassello nuovo e ogni storia che ci viene proposta stuzzica la nostra curiosità,ci coinvolge e ci avvince.
Fino ad un finale catartico, sagace e geniale allo stesso tempo.
Anche se, devo ammettere, una parte dell'epilogo davvero non sono riuscita a comprenderla (e non è da me!).
Ho letto e riletto i paragrafi... ma niente da fare: non mi spiegavo il perchè di certi avvenimenti.
Alla fine ho contattato direttamente l'autore e ho chiesto a lui, che mi ha dato la sua versione dei fatti e a quel punto è stato tutto molto più chiaro...sempre ammesso e non concesso che a Le Case vi sia qualcosa di chiaro!
Poi, come si sa, ogni libro, una volta che è in mano a un lettore diventa di sua proprietà e ognuno di noi potrà dargli il significato che preferisce, alla conclusione del romanzo.
Ciò su cui non si discute è il fatto che, una volta entrati, da Le Case, difficilmente si potrà uscire.
Un pò del suo marciume e un pò della sua magia ci restaranno addosso per sempre.
IL MIO VOTO:
Non ci sono parole per descrivere questo romanzo (sicuramente uno dei più belli con cui mi sia cimentata in questo 2018) che, sotto tutti i punti di vista, è unico nel suo genere. Il solo termine che mi viene in mente è: SPETTACOLARE. Leggetelo!!!