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“Terra di sangue” di Karin Brynard

Autore: Felice Laudadio
Testata: Sololibri
Data: 29 novembre 2018
URL: https://www.sololibri.net/Terra-di-sangue-Brynard.html

Un violento doppio omicidio, che ha l’apparenza, ma non la sostanza, di un’azione delittuosa banale, degenerata sanguinosamente. Il mistero si aggira in Sudafrica, terra poco esplorata dal poliziesco internazionale, ma anche “Terra di sangue”, secondo il titolo del thriller nuovo e originale di una scrittrice nuova e originale, la sudafricana Karin Brynard, nata giornalista e corrispondente, ora autrice di gialli. Il romanzo è del 2009, ma in Italia è arrivato solo nel luglio 2018 (Edizioni E/O, 542 pagine, 19 euro).

Per l’ambientazione esotica è un romanzo altro, che arriva da una scrittrice diversamente occidentale, come del resto si possono considerare i sudafricani non coloured di oggi, di origine anglo-olandese.

Diverso, unico, è anche il Sudafrica, con i suoi problemi sociali se non politici, in un contesto nel quale la convivenza tra bianchi e neri è tutt’altro che un dato pacificamente acquisito.

In una fattoria ai confini del deserto del Kalahari, nello sconfinato nordest del Paese, è scoperto un massacro. Vittime una donna e una bambina. Una bianca trentatreenne, non coniugata e una bimba mezzosangue di quattro anni, che aveva in affidamento e contava di adottare. Sgozzate, con grande profusione di sangue. Freddie, eccentrica e bellissima artista trasferita dalla capitale, prima dell’omicidio è stata intontita con uno psicofarmaco. Sebbene non sia stato sottratto alcun che, a parte dei gioielli, potrebbe trattarsi di una rapina finita male, secondo l’ispettore Marcus Beeslaar. È un colosso di due metri, ultra quarantunenne. Un ragazzo di città, ma si direbbe che a Johannesburg più di qualcosa non abbia funzionato, se si ritrova sbattuto dai superiori ai confini del nulla. Proprio non ce la fa ad ambientarsi un mondo tanto grande per estensione quanto piccolo, considerata la popolazione rarefatta che abita gli spazi enormi. Un microcosmo di allevatori bianchi, di boscimani e di meticci Griqua, metà indigeni, metà boeri. Distese di sabbia, strade sterrate, caldo infernale, senza il refrigerio di climatizzatori nei locali e nelle auto. Perché lì la gente è dura, sceglie di farne a meno.

Più di un particolare del delitto non torna agli occhi della sorella della vittima. Per Sara Swarts c’è qualcosa di molto più “personale” che occasionale. Non vedeva la sorella da due anni, prima di ricevere la notizia a Città del Capo. Da altrettanto tempo non frequentava la fattoria di Huilwater. Avevano litigato quando Freddie aveva spalleggiato l’assurdo progetto del padre di non ricorrere alle cure ospedaliere per affrontare un cancro. La mamma era venuta a mancare ancora prima.

Primattori alla testa di un cast di comprimari sono perciò una sorella in cerca di far pace col passato e un ispettore esiliato, che va in crisi quando le vittime sono bambini.

Protagonista è anche il clima sociale del Sudafrica. Il governo centrale sembra ignorare volutamente la sfida tra neri e bianchi, che in quei territori estremi si manifesta con ancora più evidenza. Bande indigene di ladri di bestiame battono la zona, rese sempre più sfacciate dall’impunità che godono. Accusando di inerzia le autorità e la polizia, gli allevatori si organizzano, battono a loro volta il territorio, per ostacolare gli assalti alle fattorie.

Non c’è gran ricchezza in giro. I proprietari terrieri che dispongono d’acqua per gli animali e alberi da frutto se la passano meglio, ma quelli devono dipendere solo dalle scarse piogge sono in difficoltà. Eppure, torme di speculatori immobiliari popolano la regione, a caccia di compravendite vantaggiose di terreni e fattorie. Disposti a tutto, non trascurano le bugie più grossolane per decantare paradisi ambientali e profitti nel deserto, che non sembrano a portata di mano di chiunque.

Chi rappresenta la categoria è miss Nelmari Viljoen, una donna di successo, con ben quattro avviate agenzie immobiliari in località diverse. Per quanto donna in affari, è decisamente graziosa, sebbene rifugga da qualsiasi civetteria, in ogni atteggiamento. Del resto, si è fatta da sola e lotta in un mondo di uomini.

Gli agenti di Beeslaar, specie i due novellini (non gli hanno concesso di più nel suo esilio), si danno da fare per circoscrivere il perimetro dei potenziali responsabili. Non sono sospettabili fattore e governante, fuori sede insieme per acquisti. Vanno esclusi anche i braccianti. Quanto ai vicini (si fa per dire, viste le distanze), vanno registrati due aspetti. I proprietari bianchi parlano di camion delle bande di predatori, che sarebbero stati visti nella zona della fattoria di Freddie, la notte precedente.

Di certo, poi, la Huilwater era stata oggetto di riti propiziatori e frequentata da uno stregone, in presenza di Freddie. E qui il noir si tinge di una coltre nera ancora più impenetrabile. Sara scopre disegni della sorella molto curiosi, sinistre anticipazioni di quanto successo. Sangue, decapitazioni, i lavoratori neri ne sono terrorizzati, ai bianchi potrebbero sembrare premonizioni.