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"La fortuna di perdere" di Piero Elia

Autore: Marilù Oliva
Testata: Carmillaonline
Data: 12 novembre 2010

Un altro romanzo d’esordio che svela un autore interessante: il genovese Piero Elia, grande viaggiatore con poliedriche esperienze professionali alle spalle: è stato artigiano, coloritore e decoratore di barocchetto genovese, ha poi gestito un emporio di libri, giocattoli e articoli di cartoleria e dal 2001 è educatore di comunità per disabili fisici e psichici e abita nell’entroterra ligure. La visuale cosmopolita trapela da un libro che è un viaggio molteplice (o più viaggi convergenti) che si svolgono su diversi piani: temporali, spaziali, individuali e collettivi, intersecando più tematiche: amore e relazioni, amicizia, tradimenti, avventura, sesso, politica, denaro, violenza e intrighi. La storia parte nel 1985, quando il padre di Francesco chiede a Ric, l’amico del cuore di Francesco, di rintracciarlo: nessuno ha più notizie di lui da sette anni, ovvero da quando è fuggito dall’Italia perché inseguito da un mandato di cattura internazionale per l’omicidio di un deputato. Ma qualcuno l’ha avvistato a New Delhi, in India, e suo padre vuole accertarsi che stia bene. Oltre ad un’Italia che ha indotto alla fuga, ricordata attraverso il suo clima oscurantista («La lotta al terrorismo era il pretesto per zittire ogni forma di dissenso») i luoghi del libro spaziano: Delhi, Kerala, Ceylon e Parigi, anche se le righe che qui proponiamo sono dedicate a Delhi: «Al tramonto l’aria si fece meno pesante, un accenno di brezza accompagnava il gracchiare dei corvi che calavano sulle strade a far pulizia dei rifiuti. Gli venne voglia di uscire. S’incamminò lungo i portici ritmati da colonne neoclassiche intorno all’enorme Connaught Place. I negozi stavano chiudendo e la folla che durante il giorno si accalcava per fare acquisti stava lasciando il posto a un’armata di senzatetto che si preparavano alla notte».