Login
Facebook
Twitter
Instagram
Newsletter

I tarocchi di Saint Phalle vegliano in Maremma

Autore: Orazio Labbate
Testata: Corriere della Sera - La Lettura
Data: 14 luglio 2019

Dopo il successo di Isole minori, Lorenza Pieri ritorna alla forma del romanzo con Il giardino dei mostri. Un libro dall'impeccabile respiro narrativo, proprio di quelle epopee familiari in cui gli amori e i conflitti intestini dei membri compongono, alla fine, un articolato e sensibile mosaico di rivoluzioni umane.

Siamo in Maremma, tra il 1987 e il 1990, due figure maschili opposte, per ceto e cultura, si incontrano e scontrano. Con loro ci sono i figli e le mogli. Da una parte c'è Sauro Biagini, un buttero selvaggio, rappresentativo di quegli istinti carnali in cui poco spazi o hanno le delicatezze ragionate del sentimento. E soprannominato, dalla gente del posto «il Re». Dall'altra parte Filippo Sanfilippi, ricco politico, che rappresenta quella ragionevolezza fittizia e fintamente metodica dell'uomo di successo, ormai lontano dall'esercizio spontaneo dell'amore.

Ad accendere le storie del romanzo è l'apicale ruolo delle donne, che si impongono come indiscusse protagoniste. Trascinano la narrazione e reggono con vigore le redini degli eventi scanditi da 21 capitoli che hanno il nome degli arcani maggiori. Sono le giovani Annamaria e Lisa rispettivamente - figlie di Sauro e di Filippo - con la loro diversa attenzione e premura nei confronti dei cavalli, con i diversi approcci e sacrifici alla vita, ai corpi, e infine alle debolezze spirituali proprie dell'adolescenza. E poi le loro madri Miriam e Giulia, le quali con tenace grazia lottano, diversamente, per mantenere l'ordine e l'identità del loro essere insieme alla famiglia, contro l'indifferenza dei mariti. La prima lo fa aiutando Sauro in qualità di cuoca all'interno dei locali aperti dal marito con Filippo, ma soprattutto essendo madre generosa verso i figli, Saverio - il ribelle aitante che ama l'adrenalina e la delicata e fragilissima Annamaria. La seconda, Giulia, mentre accetta la freddezza emozionale di Filippo tutela in realtà il nucleo familiare con un'aristocrazia comportamentale di facciata - gran dono il saper resistere - in grado di reggere tutto per quel benessere superficiale pronto a spezzarsi.

Cresce, nel frattempo, la figlia Lisa nel migliore del modi per il suo mondo, per mezzo dell'agio economico e della cultura. Infine, non meno importante, il prodigio nevralgico attorno al quale le figure femminili si muovono attratte - in particolare Annamaria -: Niki de Saint Phalle. Artista francoamericana che ha costruito, in quella singolare Maremma, il Giardino dei Tarocchi, dove le sculture mostruose ed enigmatiche a lei consustanziali concedono di dimenticare vecchie e abissali ferite.

Con una lingua aggraziata, armonica e raffinata, che trattiene intelligentemente in sé una commovente impazienza, Lorenza Pieri ci consegna un romanzo in cui solo la brillantezza dell'universo femminile riesce a uccidere quei fantasmi che se gli spari per finta possono morire.