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La vendetta del perdono

Autore: Lucia M. Collerone
Testata: Mangialibri
Data: 29 agosto 2019
URL: http://www.mangialibri.com/libri/la-vendetta-del-perdono

Nel villaggio Saint-Sorlin – pacato, solare e ridente – i pendii sono dolci e fiori variegati abbelliscono e donano serenità a ogni via. In un luogo come questo nessuno può accettare che una vecchina ottantenne possa essersi macchiata del delitto atroce di cui viene accusata: aver ucciso la sorella gemella, minore di trenta minuti, quella che tutti avevano sempre considerato con meno benevolenza per una distinzione fatta per prima dai genitori, che l’hanno fatta sempre sentire inferiore, indesiderata. Lily è sempre stata buona e dolce e ha amato senza limiti la sorella minore, Mosetta, quella che nessuno si aspettava, aspra e sempre pronta a farla soffrire, a infliggerle del male con volontà e premeditazione. Quando Mosetta muore cadendo nel pozzo del giardino della casa in cui avevano sempre vissuto, Fabien Gerbier, ex fidanzatino di Lily quando era giovane, la accusa di avere assassinato la sorella minore, stanca delle sue sevizie. Nessuno gli crede e la dolce vecchina viene assolta, ma Fabien non è disposto ad accettare il verdetto d’assoluzione, illuminato da un’intuizione... William Golden, banchiere ricchissimo e potente, deve affrontare il fatto che il proprio figlio, James, abbia creato una colossale frode appena scoperta dalla finanza, che sta per giungere e distruggere la compagnia, che è il centro del suo stesso esistere. James è il frutto del suo amore di gioventù per Mandine, una bellissima ragazza che abitava nel paese sulle Alpi dove William passava le vacanze estive con i suoi amici. Mandine era bella, ma ritardata mentale. William l’aveva sedotta perché voleva vincere una scommessa, ma nella realtà perché Mandine lo faceva sentire felice per la sua libertà senza vincoli, il cuore aperto e la capacità incondizionata d’amare. Sarà proprio questa lezione che la Sempliciotta Mandine insegnerà al cuore vuoto di William, cambiandolo per sempre… Élise è la madre di Laure, una giovane donna uccisa da Sam Louis. Sam è un assassino seriale, ha ucciso in modo atroce e con indicibile violenza quindici donne, prima di essere arrestato e rinchiuso con una pena all’ergastolo, in una prigione dell’Alsazia. L’uomo non ha mai mostrato un briciolo di umanità, mai un senso di colpa per le atrocità commesse. Élise si trasferisce nella cittadina alsaziana per poterlo visitare ogni sabato, per portare avanti il suo piano pazzo e incomprensibile a tutti, perfino a Sam, unico modo che lei vede come soluzione per rendere possibile la sua sopravvivenza in vita dopo la perdita di Laure… Werner Von Breslau, ottantenne tedesco, aviatore della Luftwaffe durante la Seconda Guerra Mondiale, incontra nel suo giardino Daphne, una bimba di otto anni, sua vicina di casa. Da questo incontro si ridesta nell’ottuagenario il bisogno di libertà, il desiderio di liberarsi dai vincoli e dalle costrizioni che gli avevano sempre impedito di volare veramente…

Éric-Emmanuel Schmitt in ogni racconto ha la capacità, attraverso la sua narrazione e la sua lingua, di trascinarti a forza nel mondo umano dei suoi personaggi, nella loro interiorità, nei loro pensieri più nascosti, nella loro intimità non narrabile. Hanno storie uniche e impressionanti i suoi personaggi, che lasciano senza fiato e spaesati davanti alla loro crudezza vivida e senza veli. Il mondo in cui sono immersi i personaggi riflette ciò che realmente sono ed è fatto di oggetti del quotidiano, di profumi, forme, colori, esseri, storie che completano il quadro umano che ognuno di loro rappresenta, il loro carico esistenziale. L’atmosfera è sempre irreale, quasi al limite del magico, perché assurde sono le situazioni che si palesano, i fatti che vengono narrati, i sentimenti che sono fatti dilagare nelle pagine come un tormento. L’epilogo è sempre inatteso, impensato, ma raccoglie le fila della narrazione fatta fin dalle prime righe. La lingua è elegante, rapida, evocativa e corona la storia, rendendola vera, plausibile, ma forte come un pugno nello stomaco. Il lettore resta sorpreso, stupefatto e da quel momento comincia il gioco riflessivo che unisce tutti i pezzi del puzzle e dà forma al disegno. Davvero potente e allucinato come solo la vita a volte è.