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“La guerra dei poveri” di Éric Vuillard

Autore: Elisabetta Bolondi
Testata: Sololibri
Data: 18 settembre 2019
URL: https://www.sololibri.net/La-guerra-dei-poveri-Vuillard.html

Già premiato per il saggio storico L’ordine del giorno, Éric Vuillard in La guerra dei poveri propone la storia di Thomas Müntzer, una figura che nei manuali di storia moderna viene liquidato rapidamente per dare posto alla Riforma di Martin Lutero. La cosiddetta rivolta dei contadini, conclusasi con una strage nel 1525, occupa le pagine del breve saggio, uno studio delle ragioni che portarono migliaia di contadini tedeschi, giunti da ogni parte dell’Impero, ad unirsi al teologo Müntzer che ispirato alle idee del comunismo che credeva di ravvisare nelle pagine della Bibbia e del Vangelo, i motivi per ribellarsi all’ordine costituito.

Il padre di Thomas Müntzer era stato impiccato, lui aveva solo undici anni, crescendo si dedicò alla lettura della Bibbia, quella tradotta e stampata da Gutenberg, fino a divenire un teologo e un predicatore. “Dio e il popolo parlano la stessa lingua” diceva nelle sue accese ed entusiastiche prediche. I suoi timidi seguaci cominciavano a seguirlo chiedendosi “perché il Dio dei poveri era così stranamente dalla parte dei ricchi, sempre con i ricchi”. Vuillard con la sua prosa stringente e rigorosa ripercorre la storia delle rivolte sociali in Inghilterra e nel mondo germanico, dove la fame, la miseria, la carestia, la siccità non facevano che aumentare la disperazione di quella massa di diseredati , contadini, artigiani, pronti a seguire, nella loro totale ignoranza, le parole che venivano pronunciate con enfasi dal pulpito. Nelle città di Mulhausen ed Erfurt la rivolta cresce, si allarga, lasciando i principi stupiti e sconcertati, incapaci di affrontare un evento nuovo e inconcepibile. Il langravio Filippo d’Assia sembra incapace di prendere decisioni mentre Müntzer proclama alle folle sempre più grandi di seguaci “Attaccate il nido dell’Aquila!”. Nel marzo del 1525 Thomas Müntzer si avvia verso quella che crede la sua epica impresa come Gedeone, pregando, esultando, convinto del miracolo della nascita di un mondo nuovo in cui regnino giustizia ed eguaglianza. La battaglia tra forze impari finirà drammaticamente con migliaia di morti, lui arrestato, torturato, decapitato, fatto a pezzi. “Il segreto della nostra uguaglianza è immortale” sembra concludere lo scrittore.

In tempi di ingiustizie, migrazioni, fame, disperazione di popoli in tante parti del pianeta, la storia ancora una volta può darci una seria lezione. Ed Éric Vuillard ha un modo efficace ed originale di raccontarla, mettendo in evidenza similitudini e parole chiave, che nell’eterna lotta per la parità e l’egualitarismo non vanno dimenticate.