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L'amore può tutto (o forse no): "L'albergo della magnolia" di Lia Levi

Autore: GMGhioni
Testata: CriticaLetteraria
Data: 20 aprile 2020
URL: https://www.criticaletteraria.org/2020/04/l-albergo-della-magnolia-lia-levi.html

Capodanno del 1930: nella sala dell'Albergo della magnolia la festa viene interrotta da un terribile incidente. Quando il figlio del proprietario accorre, sul tappeto vede la pura e semplice incarnazione della bellezza, avvolta in un abito argento. La ragazza, Sonia, ha effettivamente una gamba rotta, e da quel momento il suo ricordo tormenta il protagonista, innamoratosi a prima vista di lei. Come rivederla? Una ragazza allettata non è semplice da avvicinare, e allora il ragazzo inizia a mandare lettere clandestine a Sonia attraverso l'infermiera, connivente. Ma una passione che cresce attraverso le lettere, che si nutre di letteratura e di sogno, è una pura trasfigurazione del reale, e il sentimento cresce senza mai poter vivere di sguardi, esperienze. A Sonia non importa che lui sia un professore di Lettere al liceo, destinato a uno stipendio modestissimo, né che trascorra la maggior pare del suo tempo libero a tradurre Pindaro e a chiacchierare con l'amico di sempre, Ruben, passando spesso sotto casa di Sonia, e sognando di poter varcare, un giorno, quella porta. La vera e propria complicazione al loro amore, però, si scoprirà durante i loro primi incontri dal vivo: quando il protagonista si lascia sfuggire, con noncuranza, di essere ebreo, sul volto della ragazza si dipinge vero e proprio orrore. La famiglia Gentile a cui appartiene, infatti, è sempre stata molto cattolica e osservante: il padre, in particolare, osservante fascista, non avrebbe mai concesso a Sonia di sposare un ebreo! Quello che nel 1930 sembra solamente un impedimento aggirabile con un matrimonio Paolino, è solo l'inizio delle rinunce da parte del protagonista: disposto a tutto per avere Sonia, non presta attenzione ai consigli di Ruben, né agli avvertimenti decisamente inaspettati di Gherardo, cugino di Sonia, che, fin dalla prima cena insieme, lo mette in guardia sul rischio di piegarsi a tutto pur di entrare in una famiglia così, destinata sempre a guardare il protagonista dall'alto in basso. Ma lui è sordo a tutto: per Sonia è disposto a deludere i suoi familiari, a piegare la testa davanti alle pesanti condizioni imposte dal suocero, a rinunciare a chi è veramente...

Ma noi, fin dall'inizio della narrazione, sappiamo dalle parole dell'io-narrante che qualcosa non è andato in porto, ed ora lui è lontano, ormai anziano, e scrive delle lettere in cui racconta la sua vita dall'incontro con Sonia in poi. Cosa è successo? Cosa ha rotto l'idillio, la dedizione di Sonia nei suoi confronti? Possiamo intuire che le leggi razziali abbiano avuto un ruolo enorme nel condizionare le scelte del protagonista e della sua famiglia acquisita, ma noi lettori, che non possiamo esimerci dal partecipare emotivamente alle vicende del protagonista, continuiamo a sperare in una possibilità ancora aperta. A chi sta scrivendo le lettere? Forse a Sonia? La risposta arriverà negli ultimi capitoli del libro, così come la vicenda accorata degli ultimi tempi prima dello scoppio della Seconda guerra mondiale. In questo romanzo, piacevolissimo anche da ascoltare in audiolibro, la storia, che resta sotto traccia per la prima metà della vicenda d'amore, poi rimbomba con tutto il suo minaccioso incalzare, minacciando il protagonista e chi gli sta attorno di dover rinunciare a tutto, alla famiglia, all'amore, all'Albergo della magnolia, alla professione, al quieto mondo della propria infanzia. E dunque, ancora una volta Lia Levi con maestria ci racconta la storia addolcendola con pagine di smagato romanticismo, che non vengono smentite dalla passione o dall'abitudine. L'amore può tutto nel microcosmo del protagonista e di Sonia, ma non può nulla davanti alle decisioni della storia.