Nel maggio 1871, centocinquanta anni fa, prendeva fine tragicamente quello che forse è stato il più grande esperimento di democrazia diretta nella Storia: la Comune di Parigi.
Nonostante tutta l’acqua passata sotto i ponti da allora, malgrado le burrascose vicende del socialismo internazionale e del movimento operaio nel mondo, nonostante le grandi differenze del mondo di oggi rispetto a 150 anni fa, l’esperienza della Comune di Parigi resta di un’attualità sorprendente. Semplicemente perché pone sul tappeto il tema di come il popolo possa autogestirsi, governare una città e un paese, con quali strumenti democratici, con quali livelli di delega. Domande che rimangono attualissime e che vengono riproposte in ogni angolo del pianeta ogni volta che dei movimenti popolari entrano in azione.
Questo libro contiene documenti di prima mano espressi dal popolo parigino e dai suoi organismi eletti nel corso dei pochi mesi di vita della Comune. Non quindi analisi a posteriori (ce ne sono a migliaia), dibattiti sui limiti e gli errori. Ma le voci di quelli che vissero in prima persona quell’esperimento: le decisioni, i comunicati, gli articoli dei giornali della Comune.
Colpiscono la semplicità, la chiarezza, la concretezza dei decreti di governo, dei commenti. La freschezza e la sincerità con cui il popolo parla al popolo delle questioni essenziali della vita di ogni giorno: cosa fare della polizia, cosa insegnare nelle scuole, come rispondere alla violenza del vecchio potere che assediava Parigi in combutta con il nemico prussiano.
Sappiamo che la Comune finì in un bagno di sangue, con decine di migliaia di fucilati, imprigionati, spediti ai lavori forzati alla Caienna. Sappiamo che il sogno di una democrazia diretta e non repressiva durò solo pochi mesi. Ma ci restano le parole di quelle donne e di quegli uomini che osarono alzare la testa e pensare e iniziare a realizzare una società più libera, con più partecipazione, più meritevole di essere vissuta.