La parabola di Talla e Sardar, due bambini che in un villaggio di montagna sognano una vita migliore, s’innamorano, si sposano, attraversano i monti per arrivare alla periferia di Teheran, parte dagli anni Venti per giungere ai Cinquanta, quando l’Iran, sotto la dittatura modernizzatrice dello Scià Reza Pahlavi, tenta di uscire dal Medioevo ma termina nella brutale stroncatura del breve periodo democratico di Mossadeq nel 1953.
I due avranno un figlio, Bahram, brillante studente, appassionato militante della democrazia, che potrà sognare una vita migliore di quella dura dei suoi genitori e frequentare ragazze di cui vede la faccia non più nascosta dal chador. Tutto per lui sembra destinato al successo, ma la Storia non è il cammino trionfale del progresso e Barham e i suoi genitori dovranno fare i conti con le sue capricciose e crudeli giravolte.
Dagli anni Venti agli anni Cinquanta del secolo scorso l’Iran, paese fortemente tradizionalista e con un impressionante tasso di analfabetismo, conosce un periodo di modernizzazione. Il primo motore di questa apertura alla modernità e all’Occidente è Reza Khan, diventato scià grazie a un colpo di Stato, che limita il potere temporale dei religiosi, istituisce l’istruzione obbligatoria aprendo scuole in maniera capillare e proibisce l’uso del chador. Dal 1950 al 1953 l’Iran vive addirittura un periodo di autentica democrazia con il governo Mossadeq, finito in un colpo di Stato pilotato dagli anglo-americani che porterà al ritorno dell’assolutismo e, pochi anni dopo, all’integralismo degli ayatollah.
Giardini di consolazione è la saga di una famiglia iraniana durante quel movimentato trentennio. Da un paese di rara bellezza ma stritolato da un feudalesimo teocratico alle convulsioni della modernizzazione, dei colpi di stato e delle rivoluzioni, i tre protagonisti conosceranno i cambiamenti della condizione femminile, l’affacciarsi del benessere, lo sradicamento culturale, l’arroganza clericale, i benefici dell’educazione.
Un racconto toccante, trasportato da una scrittura poetica, che fa luce su aspetti poco noti della storia iraniana e ci rende più comprensibile quel che è successo in tempi più recenti.
Parisa Reza
Parisa Reza è nata a Teheran nel 1965 in una famiglia di artisti e intellettuali. Si è trasferita in Francia all’età di diciassette anni. Con Giardini di consolazione, suo romanzo d’esordio, nel 2015 ha vinto il Premio Senghor per il miglior romanzo francofono.